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PICCOLI CRIMINI CONIUGALI
La verità che non lascia in piedi nessuno

La curiosità era quella di vedere la resa di una famosa pièce teatrale sul grande schermo. Piccoli crimini coniugali (Italia, 2017) è infatti tratto dall’omonima opera del drammaturgo belga Eric Emmanuel Schmitt, uno tra gli autori teatrali contemporanei più rappresentati in tutta Europa. Un’opera difficile, praticamente priva di azione, tutta psicologica e introspettiva, fondata unicamente sul serrato dialogo tra i due protagonisti. Sergio e Donata sono una coppia di mezza età, senza figli. Lui, scrittore di successo, dopo un incidente domestico ha perso la memoria: sembra non riconoscere più la moglie, la sua casa, neppure sé stesso. “Che tipo di uomo ero?”, si chiede con insistenza. La moglie inizia un lungo racconto, sofferto, a tratti sincopato, da cui emerge progressivamente una realtà inaspettata e ricca di colpi di scena, in cui le parti spesso si invertono e si confondono e dove il confine tra amore e odio diviene davvero difficile da definire. Come eravamo? O come avremmo voluto essere? Margherita Buy e Sergio Castellitto – unici interpreti di questo ultimo lavoro del regista Alex Infascelli – sostengono una prova interpretativa davvero difficile, davanti ad una macchina da presa che si sostituisce, senza grandi concessioni, alla quarta parete di una scena teatrale. Ed è proprio l’ambientazione, chiusa e claustrofobica, di questo appartamento borghese (che rimanda ai drammi di Ibsen) la chiave interpretativa di un film certo atipico e impegnativo.

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Sull'autore

Alessio Graziani

Don Alessio Graziani, sacerdote della diocesi di Vicenza dal 2004, si è laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Verona. Giornalista pubblicista, è direttore dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali e di Radio Oreb in Blu. Dal 2012 è presidente Acec Triveneta.