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POESIA SENZA FINE (Alejandro Jodorowsky)
Una vita in poesia

POESIA SENZA FINE

Cile, anni quaranta: il ventenne Alejandro decide di andare contro la propria famiglia che lo vuole far studiare medicina e decide di intraprendere la difficile vita da poeta. Spinto dalla curiosità e dalla voglia di sperimentare esperienze artistiche, fa la conoscenza di alcuni dei più importanti scrittori e intellettuali cileni dell’epoca. Frequentazioni che incidono profondamente la sua sensibilità e ne iniziano a definire l’originalità del percorso. Quello in cui surrealismo, sensualità, magia e follia s’incontrano in una forma tanto libera quanto potente.

Seguito ideale de La danza della realtà (2013), in cui Jodorowsky ripercorreva gli anni della propria infanzia (gli anni trenta), Poesia senza fine è l’ottavo lungometraggio di uno degli artisti più originali del panorama contemporaneo. Il secondo capitolo dell’autobiografia per immagini che l’artista intermediale cileno ha intrapreso dopo oltre un ventennio di silenzio cinematografico (il suo sesto lungometraggio, Il ladro dell’arcobaleno, è datato 1990) e in cui confluiscono e dialogano efficacemente molte delle esperienze da lui intraprese nel corso della vita. Dalla passione per surrealismo originario (quello per la poesia di Bretòn e per il cinema di Buñuel), alla relazione con l’eccentrica poetessa Stella Diaz (che nel film ha un ruolo importante), alla fascinazione per l’“antipoesia” di Enrique Lihn e Nicanor Parra e in seguito per la magia (scaturita dal fondamentale incontro con una “guaritrice” messicana), che lo porterà addirittura a fondare una disciplina (la “psicomagia”) in cui il gesto assume un ruolo decisivo per la guarigione/trasformazione dell’individuo.

A ben vedere infatti, quello dell’artista di Tocopilla è un’opera cinematografica in cui proprio il gesto (sia esso poetico, artistico e/o magico) non solo ha una indiscutibile centralità, ma trova quasi sempre un suggestivo corrispettivo formale. Tale da costruire un’iconografia stravagante ma mai banale (e a cui contribuisce in maniera determinante la fulgida fotografia di Christopher Doyle). Immagini stratificate e dense, sempre in bilico tra Storia e Memoria, tra autenticità e surrealtà, tra esasperati cromatismi e languide desaturazioni. E definite da uno stile unico, connotato da un barocchismo tipicamente sudamericano ma anche da una profondità sempre più difficile da ritrovare nella maggior parte del cinema contemporaneo.

 

POESIA SENZA FINE
Regia: Alejandro Jodorowsky
Con: Adan Jodorowsky (Alejandro), Pamela Flores (la madre), Brontis Jodorowsky (il padre), Leandro Taub (Enrique Lihn), Alejandro Jodorowsky
Francia/Cile 2016
Durata: 128’

 

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).