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PROMISES (Amanda Sthers)
L’inafferrabilità dell’amore puro

Alexander è un commerciante di libri antichi con un’infanzia difficile alle spalle, sposato e padre di una bambina. Laura, invece, è una gallerista d’arte prossima al matrimonio. Quando si incontrano per caso ad una festa, capiscono al primo sguardo di essere indispensabili l’uno all’altra. Ma la vita sembra avere altri piani: per un destino ripetutamente beffardo, attraverseranno tutta la loro esistenza corrosi da un sentimento di incompiutezza. Anche se il loro amore, mai vissuto, sarà qualcosa che non potrà mai morire…

Un film proustiano, sulla circolarità del tempo, su una linea cronologica mai diretta bensì tortuosa, ricco di suggestioni letterarie per la dimensione intellettuale del protagonista, che acquista preziose edizioni di libri rari, oltre che per la matrice stessa del lungometraggio, tratto dal romanzo omonimo della scrittrice e regista Sthers. L’inafferrabilità dell’amore puro e, dunque, l’impossibilità di essere davvero felici sono le chiavi emotive di un’opera polifonica che recupera dal passato gesti, volti, ricordi ed esperienze riproiettandole nel presente e poi nel futuro, passando dagli anni ’60 agli anni ’80 e, senza sosta, alla contemporaneità.

Immerso in un suggestivo contesto alto borghese, Promises dispone di una sceneggiatura assai levigata, capace di mettere in bocca ai due protagonisti e al loro contorno di amici e familiari dialoghi credibili, sensibili, intrisi di uno humour mai fine a se stesso, cartina di tornasole, al contrario, per delineare i profili interiori e quelle zone d’ombra che offuscano i sentimenti e le relazioni. Un ribollire calmierato di sguardi, incontri, atmosfere nutre il racconto, una nostalgia intima e crepuscolare si fa strada e arriva a fare male al cuore: divorati da un affetto non consumato, che non fa altro che autoalimentarsi, i personaggi di Pierfrancesco Favino (sorprendente, nella versione originale, nel padroneggiare la lingua inglese ed esemplare nel dare ad Alexander sfumature appropriate alle diverse età della vita) e di Kelly Reilly (magnetica e luminosa, splendente e decadente) pulsano di un disincanto autoironico, talvolta derisorio, dietro al quale serpeggia un retroterra di amarezze segrete e di occasioni perdute. È il senso d’appagamento esistenziale, tanto cercato quanto solo sfiorato, a fare di questa struggente love story un fuggevole incontro d’anime, a cui una macchina da presa mobile e caotica, come gli imprevisti della vita, attribuisce densità e sottigliezza, spesso rifrangendosi nelle superfici lucide di vetri e specchi che raddoppiano spaesamento e impalpabilità. Colonna sonora splendida, che inanella, tra gli altri, Joe Jackson, Simple Minds e Cure.

 

PROMISES
Regia: Amanda Sthers
Interpreti: Pierfrancesco Favino, Kelly Reilly, Jean Reno, Kris Marshall, Cara Theobold
Italia, 2021
Durata: 113’

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.