Si prospetta una stagione interessante per i film adatti alle scuole medie e superiori, presentati alla scorsa Festa del cinema di Roma, che spaziano tra temi diversi, dalla guerra alla disabilità, dalla Storia con la “s” maiuscola alle storie intime famigliari.
Non dirmi che hai paura, tra sport e migrazione
Particolarmente raccomandato “Non dirmi che hai paura” (della sezione Alice nella città), tratto dalla vita vera della velocista somala Samia Yusuf Omar, per la regia di Yasemin Şamdereli, che si è ispirata all’omonimo romanzo di Giuseppe Catozzella. La sceneggiatura è ricamata su uno sguardo spontaneo e racconta la storia di Samia dall’infanzia a Mogadiscio, ai giochi olimpici di Pechino 2008, all’emigrazione attraverso il Mediterraneo, con un finale drammatico ma stemperato da poetiche allegorie visive. La guerra civile in Somalia è presente come un’ombra sulla quotidianità dei civili, scelta che opportunamente la distanzia sia dal rischio didascalico che dalla crudezza della violenza, affermandola come il motivo che costringe l’atleta ad espatriare per poter continuare la sua carriera. Tra i temi di ampio respiro abbracciati dal film: l’affermazione della donna, la fuga dai conflitti, lo sport come riscatto.
L’autismo raccontato da In viaggio con mio figlio
Sempre da Alice nella città arriva “In viaggio con mio figlio” di Tony Goldwyn, che tratta il rapporto tra un padre separato, attore comico in crisi, e un figlio autistico di undici anni. Pur nell’alveo del mainstream commerciale, con immancabili stereotipi, prevedibilità, soluzioni deus ex machina, concessioni divistiche a partecipazioni d’eccezione (Robert De Niro nei panni del nonno), la commedia è comunque adatta ad un pubblico scolastico interessato al tema della disabilità, perché tratta l’autismo senza pietismi, ma con un afflato quasi “pop”, che, pur senza tralasciare le ordinarie difficoltà di chi ne è affetto, esalta gli aspetti arricchenti per chi ne entra in relazione.
Il treno dei bambini un film per il biennio
Il treno dei bambini di Cristina Comencini invece è consigliabile agli studenti del biennio delle superiori per la criticità di alcune questioni, sia legate alla trama, come la relazione ambigua della madre del piccolo protagonista con un mafioso, sia afferenti al tema politico, trattando il film i fatti sociali dell’immediato secondo dopoguerra, quando il partito comunista organizzò i “treni della felicità”, su cui salivano bambini di poverissime famiglie del Sud Italia per venire accolti da famiglie del Nord.
Supereroi sul tema del prendersi cura
Infine può essere proposto agli ultimi anni delle superiori Supereroi, il nuovo lavoro di Stefano Chiantini, regista dei panorami affettivi contemporanei (come “Il ritorno” e “Una madre”), che ci porta a riflettere sul “prendersi cura”, in questo caso di una figlia, giovane promessa del nuoto, verso il padre, con cui non ha un buon rapporto ma che inaspettatamente ritrova dopo che l’uomo ha un ictus. Il film stimola al confronto sull’importanza dei legami di sangue anche quando sono complessi, e sulle responsabilità che spesso, oggi, i figli devono prendersi nei confronti dei genitori.
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