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SMOKE SAUNA – I SEGRETI DELLA SORELLANZA (Anna Hints)
I vapori che purificano corpo e anima

Foreste dell’Estonia meridionale. Nel cuore della boscaglia, in una casetta di legno, tra i vapori di una smoke sauna (la sauna a fumo di origine finlandese inclusa dall’Unesco tra i patrimoni immateriali dell’umanità) un gruppo di donne, prestandosi cure reciproche, si scambia ricordi e confidenze, condividendo le esperienze più intime, gioiose o dolorose, instaurando, nello scorrere delle ore, un profondo senso di sorellanza. Un rapporto solidale, il loro, corroborato anche dalla rapida immersione nelle acque gelide di un lago, nel quale la spogliazione dei corpi si accompagna all’abbandono di un passato contrassegnato da ritrosie, vergogne, umiliazioni e abusi…

Premiato al Sundance e agli European film awards, l’esordio della estone Anna Hints si impone per forza evocativa e magnetismo formale fin dalla sequenza iniziale, nella quale un vocio femminile sempre più sostenuto sottolinea, come in un rito propiziatorio, il legame simbiotico tra una madre e il bambino che ha in braccio: il benvenuto ad una nuova vita veicolato attraverso immagini rarefatte e sonorità tribali, una suggestione estetica, associata ad una densa pregnanza contenutistica, che scandisce, pur con qualche inevitabile caduta di tono, l’intera, pregevole opera della quarantunenne regista estone.

Frutto di una lunga gestazione (sette anni di riprese, due di montaggio), girato in molte saune a fumo della regione Vana-Võromaa, sorretto dalla naturalezza di protagoniste, giovani e meno giovani, libere di esprimersi e di depurarsi di ogni ‘scoria’ del proprio trascorso esistenziale, il documentario, privo di ogni scabrosità anche nei suoi dettagli anatomici, pulsa di un’intensità vibrante. Ristretto in un perimetro filmico arroventato da vapori bollenti, proibitivo ma protettivo, fotografato in un chiaroscuro di matrice rinascimentale solcato da tagli di luce che rischiarano l’ambiente, Smoke Sauna individua in una tradizione che va al di là del benessere fisico una pratica di ‘ripulitura delle anime’, oltre che dei corpi, possibile soltanto all’interno di un luogo di autocoscienza collettiva, isolato, nella sua semioscurità, dal mondo esterno.

Proprio l’impermeabilità interna da un ‘fuoricampo’ ostile e doloroso è il tratto distintivo del film: lasciando oltre la soglia d’ingresso le tensioni e i conflitti del passato (spesso determinati dagli uomini, non a caso del tutto assenti sullo schermo), le rievocazioni, talora giocose, ben più spesso, però, audaci e traumatiche (come il sofferto, dettagliato resoconto di un aborto), sono inframmezzate da inserti che spezzano la dimensione claustrofobica del racconto, nei quali la voce off di un’anziana dal profilo spettrale, esplicativa di usi, costumi e princìpi ancestrali, mette a stridente confronto ieri e oggi, la memoria storica, docile e rassicurante, e la realtà odierna, assai più disturbante.

Inno alla femminilità, nel senso più ampio del termine, Smoke Sauna mostra un equilibrio sottile tra neutralità di sguardo e adesione empatica, sprigionando una sorellanza fatta di contatti fisici (le salutari percussioni con ramoscelli di betulla, l’applicazione di unguenti e le abluzioni scambiate l’un l’altra) e sostegni psicologici (la forza liberatoria della parola, come in una confessione), all’interno di una ‘camera di decompressione’ dove la complicità si sostituisce all’estraneità. E nella quale la riscoperta della dignità individuale sottintende una necessaria denuncia civile.

Regia: Anna Hints

Nazionalità: Estonia, Francia, Islanda 2023

Durata 89’

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.