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SONGS OF FORGOTTEN TREES, la recensione del film di Anuparna Roy
Gli orizzonti di Venezia 82

Songs of forgotten trees

Songs of Forgotten Trees, ambientato a Mumbai, ha ricevuto il Premio Orizzonti per la Migliore Regia, assegnato a Anuparna Roy, giovane regista indiana per la sua opera prima. La scelta è discutibile, poiché il film non presenta caratteristiche tali da giustificare questo premio, se confrontato con molte altre regie viste durante la rassegna. Si può apprezzare il fatto che la regista abbia scelto un linguaggio lontano dalla roboante produzione di Bollywood per narrare, con una forma intima, la storia di due donne. Thooya (Naaz Shaikh) è una migrante, prostituta e aspirante attrice. Quando subaffitta la camera del suo “sugar daddy” a Swetha (Sumi Baghel), un’impiegata di un call center, anche lei migrante, inizia a formarsi tra loro un legame che porta a svelare i reciproci segreti.

Le loro vite, apparentemente distanti, lentamente si intrecciano. Nel caos della città, condividono silenzi, storie e piccoli gesti di attenzione reciproca. Quello a cui assistiamo non è un dramma, bensì un silenzioso e lento sbocciare di personalità individuali in un mondo che raramente le vede e nel quale sono marginali.

Il film è l’esito, parzialmente autobiografico, delle esperienze di vita della Roy che, prima di iniziare la sua carriera cinematografica, ha lavorato in un call center di Delhi.

La regista, nativa di un villaggio del Bengala Occidentale, dove le ragazze vengono date in sposa giovanissime e negli istituti statali ricevono razioni alimentari invece di libri, ha voluto ricordare due figure femminili della sua vita: Jhuma una compagna di scuola data in sposa a tredici anni attraverso un programma governativo, poi scomparsa, e la nonna della regista, sposata a nove anni con un uomo che aveva il triplo della sua età e rimasta vedova a 21.

La donna finì per condividere la casa con la figliastra, che aveva la sua stessa età, costruendo una simbiosi di coppia che ha permesso loro di vivere a lungo insieme, fonte di ispirazione per la coppia messa in scena nel film. Dice la regista, ricordando le donne della sua vita e, in particolare, Jhuma: “il suo silenzio non se n’è più andato. Songs of Forgotten Trees è plasmato da questi ricordi di donne che sopravvivono a sistemi progettati per cancellarle.

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.

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