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HERE (Robert Zemeckis)
Una finestra sul Tempo

Una finestra sul tempo, che lo racchiude e lo attraversa, letteralmente. Con Here, che in inglese significa qui, Robert Zemeckis torna a ragionare sulla dimensione che più ha caratterizzato la sua filmografia, ovvero il concetto di tempo, a partire proprio dall’iconica trilogia di Ritorno al futuro.  Adattando il seminale omonimo fumetto di Richard McGuire del 2014, Zemeckis utilizza l’unità di luogo inquadrando con camera fissa una stanza dotata di una grande finestra per raccontarne gli abitanti che vi si sono avvicendati, partendo addirittura dalla preistoria quando sul sito della casa regnava solo vegetazione incolta. Per farlo, però, frammenta la cronologia in una narrazione non lineare, resa cinematograficamente alternando quadri fissi a molteplici forme di split screen edificando così un collage di quadretti famigliari – talvolta simultanei benché distanti temporalmente – al cospetto della Storia con la s maiuscola. Il qui del titolo diviene quindi il paradigma della Memoria persistente dei luoghi, che mutano pelle ma non sostanza, così come le cicliche vicende dell’umanità, tanto a livello individuale quanto collettivo. Nell’andirivieni temporale, che giustappone dinosauri a famiglie a noi contemporanee, passando per svariati secoli e relativi eventi, il 72enne cineasta statunitense sceglie la storia di una famiglia quale sua protagonista: questa parte dai capostipiti Al – un veterano della II Guerra mondiale – e sua moglie Rose per concludersi con la famiglia formata dal loro figlio Richard e Margaret, interpretati da Tom Hanks e Robin Wright, ritrovati sul set a 30 anni da Forrest Gump. Per ringiovanire e alternativamente invecchiare gli attori in real time mentre recitano, Zemeckis si serve di una tecnologia della nuova generazione di intelligenza artificiale chiamata Metaphysic Live: qualcosa di assolutamente rivoluzionario che però il regista contestualizza nella cifra che più gli appartiene, quella dei sentimenti, di un umanismo profondo e nostalgico. E così facendo, il cineasta rimette al centro, in ogni senso, il valore dello sguardo filtrato dal dispositivo cinematografico capace di sintetizzare quanto Tennessee Williams enunciò ne Lo zoo di vetro: “La più grande distanza tra due punti non è lo spazio, è il tempo”.

Here

Regia: Robert Zemeckis

Cast: Tom Hanks, Robin Wright, Paul Bettany, Kelly Reilly

Durata: 104’

USA 2024

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.