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ANTIGONE (Sophie Deraspe)
L'Uomo e la Legge

Antigone ha 17 anni, è una studentessa brillante e vive il suo primo amore con il coetaneo Emone. Quando però il fratello maggiore Eteocle viene ucciso dalla polizia, si deve mettere in gioco per salvare l’altro fratello, Polinice, incarcerato per aver aggredito il poliziotto che ha fatto partire il colpo. Alla legge degli uomini Antigone sostituisce il proprio senso di giustizia, fondato sull’amore e sulla solidarietà per la propria famiglia. Così, insieme al suo amato, invade le strade e i social network in una rivolta generazionale in cui tutti i giovani si riconoscono in lei.

Liberamente ispirato all’omonima tragedia con cui Sofocle inaugurò il celeberrimo “ciclo tebano”, il quarto lungometraggio di finzione di Sophie Deraspe è una riflessione sulla Giustizia e sul suo senso intimo, ma anche sulla legittimità della ribellione quando l’etica dello Stato si scontra con quella dell’Individuo. La sua giovane protagonista – cui dà volto una vibrante Nahéma Ricci, ventunenne dal corpo androgino e dalla seducente espressività – è infatti un personaggio che in nome dell’amore fraterno sceglie di andare contro la Legge. Non per metterne in discussione il principio, quanto per contestare l’interpretazione data dagli uomini. Questione eticamente centrale intorno alla quale è sviluppata la narrazione e in cui la filmmaker canadese (che oltre a regia e sceneggiatura firma anche fotografia e montaggio) mescola sia il nucleo della tragedia sofoclea, sia gli echi dell’omonima rielaborazione teatrale di Jean Anouilh, trasportando la vicenda nel Canada prepandemico, in una Montreal lacerata e divisa. In Québec infatti Antigone si è rifugiata con la nonna e i tre fratelli, costretti alla fuga dal proprio paese dopo l’assassinio dei genitori. Un nucleo familiare profondamente segnato dagli eventi del passato e che sembra aver raggiunto finalmente una tranquillità, improvvisamente stravolta dal drammatico fatto di cronaca nel quale rimangono coinvolti i due fratelli e che inevitabilmente finisce per destabilizzarlo ancora. Tanto da provocare la scelta della ragazza di tentare di liberare il fratello detenuto, determinando così lo scarto tra il testo audiovisivo e i materiali che ne costituiscono il nucleo ispirativo. Attraverso il gesto che fa compiere alla propria protagonista, Deraspe fa infatti collidere il senso di appartenenza allo Stato con quello alla Famiglia, e più in generale la Giustizia con l’Amore, per costruire un discorso sull’Identità, quella individuale e quella collettiva, quella reale e quella virtuale. Se tuttavia il discorso appare chiaro così come è certamente apprezzabile il tentativo di attualizzazione di un tema moralmente fondativo, meno convincente appare la sua messa in forma. Laddove le scelte operate dalla filmmaker canadese producono uno stile disomogeneo, contaminato, ischemico, nel quale gli improvvisi cambi di registro (come nel caso in cui le immagini dei social network irrompono per assumere il ruolo di coro contemporaneo) infondono un’indiscutibile vitalità all’opera, ma contemporaneamente finiscono per minarne l’integrità.

ANTIGONE
Regia: Sophie Deraspe
Con Nahéma Ricci (Antigone), Rachida Oussaada, Nour Belkhiria, RawadEl-Zein (Polinice), Hakim Brahimi (Eteocle), Paul Doucet, Antoine Desrocher (Emone)
Canada, 2019
Durata 109’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).