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DOVLATOV – I LIBRI INVISIBILI (Alexej German Jr)
Una vita a servizio di libertà e verità

Nel novembre 1971 Sergej Dovlatov e i suoi amici artisti e letterati si rendono conto di essere ormai vittime di un Paese sempre più censorio e illiberale, che non considera “esistenti” tuti colori che non rientrano nei canoni della cultura ufficiale sovietica. Il clima ammorbidito degli anni Sessanta sta infatti cedendo il passo a quello irregimentato dei ’70, laddove potenziali capolavori letterali restano non pubblicati e accatastati come carta da riciclo per i bambini delle scuole. Campando a stento come giornalista, padre separato di una bimba e rifugiato a casa della madre, il trentenne Dovlatov resiste alle vessazioni del ranghi sovietici rimanendo fedele ai propri ideali che lo portano a subire licenziamenti e – alla fine – ad espatriare negli Stati Uniti, dove solo post mortem avvenuta a soli 48 anni, verrà riconosciuto tra le voci letterarie russe più incisive del XX secolo.

Integro e idealista soffrendo dietro a una maschera di ironia pungente e inesauribile. Geniale e beffardo, seducente e inafferrabile. Devoto solo alla verità e perciò “inesistente” in patria. L’URSS di inizio anni ’70 aveva il suo eroe letterario davanti agli occhi ma si rifiutava di vederlo. Era Sergej Dovlatov, scrittore “sintomo” di una generazione di giovani artisti nell’allora Leningrado, intimamente vivace ma sul baratro della peggior censura. Rivisitando alcuni giorni della tormentata vicenda umana, professionale e artistica di Dovlatov, Alexej German Jr crea un poderoso racconto abitato da fantasmi scomodi e resilienti, corpi e anime straordinarie la cui eco ha certamente l’obiettivo di parlare anche alla e della Russia contemporanea, diversamente ma non di meno censoria. A questo, naturalmente, si aggiunge l’elemento autobiografico del regista il cui padre, Alexej German, fu perseguitato per tutta la vita.

Un’opera costruita sulle atmosfere dolenti di una Leningrado color caffellatte ovattata e nevosa, in cui l’oppressione e la prigionia “kafkiana” del protagonista (in una scena Dovlatov scherza presentandosi come Franz Kafka…) è percepita in ogni sequenza dove, e qui sta il talento di German Jr., non manca la forza canzonatoria e il sarcasmo della sopravvivenza alternate a momenti profondamente lirici. I giovani intellettuali, fra cui il futuro premio Nobel Iosif A. Brodskij, appaiono come alieni corrosi e dilaniati, alcuni finiti suicidi, altri espatriati, comunque capaci di condividere “piccole gioie e grandi dolori”.

Parzialmente narrato in Voice over con le parole dello stesso scrittore, il sublime testo del regista russo mette al centro di virtuosi pianisequenza un universo fatto di solitudini e frustrazioni alternate al caos esistenziale riflesso nelle vanità e maschere di una URSS/Russia ormai ridotta l’ombra del suo glorioso passato. “Né io né i miei amici scrittori possiamo pubblicare nulla. Intendo nessun libro che sia sincero e racconti la verità. Quelli al potere si comportano come se non esistessimo” annuncia Dovlatov come prologo al film. Sarà la Storia, e il cinema, a donar loro un degno epilogo, perché “nonostante tutto noi esistiamo, e continueremo a esistere”.

DOVLATOV – I LIBRI INVISIBILI
regia: Alexej German Jr
cast: Milan Marić, Danila Kozlovksy, Helena Sujecka, Artur Beschastny
Russia/Polonia/Serbia 2018
Durata: 126′

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.