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Aspettando La tenerezza di Gianni Amelio

E se il resto del film fosse intenso come la clip che abbiamo visto a Ciné? Allora La Tenerezza di Gianni Amelio con Elio Germano e Micaela Ramazzotti sarà veramente un’opera strategica del listino 01. Ai microfoni di Repubblica giorni fa Amelio parlava del bisogno di tenerezza che si genera nei momenti più tragici della vita, della capacità di dare e ricevere questo sentimento quando paradossalmente si è pieni di problemi. E’ la sensazione che traspare proprio dalla figura di Elio Germano capace come sempre di restituire un ventaglio di emozioni attorno al suo personaggio, denso come il padre che aveva impersonato ne La nostra vita di Daniele Lucchetti. Ambientato in una Napoli borghese e contemporanea, La tenerezza è ispirato ad un testo del conterraneo Lorenzo Marone, ma nella gestazione il film ha assunto una sua totale autonomia come è capitato per molte delle opere che Amelio ha scelto come riferimento per i suoi film. Micaela Ramazzotti nei panni di una madre impressiona per la sua capacità di recitazione con lo sguardo dove le parole poco o nulla aggiungono. La scena di conflitto attorno all’insistenza di un “vucumprà”, a cui abbiamo assistito a Ciné, ha la forza della regia e della vita, quella più vera delle nostre esistenze che solo il cinema sa donare. Quella che ti fa partecipare delle emozioni del personaggio, cartina di tornasole soprattutto delle nostre emozioni per piombare in un desiderio di tenerezza infinito e necessario come l’aria che respiriamo.

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Sull'autore

Arianna Prevedello

Scrittrice e consulente, opera come animatore culturale per Sale della Comunità circoli e associazioni in ambito educativo e pastorale. Esperta di comunicazione e formazione, ha lavorato per molti anni ai progetti di pastorale della comunicazione della diocesi di Padova e come programmista al Servizio Assistenza Sale. È stata vicepresidente Acec (Associazione Cattolica Esercenti Cinema) di cui è attualmente responsabile per l’area pastorale.