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CI HA LASCIATO CANDIDO COPPETELLI
Una vita spesa dalla parte dei giovani e degli ultimi

Dopo un anno e mezzo di una lunga e sofferta malattia è deceduto Candido Coppetelli. È stato per molti anni Presidente dei CGS (Cinecircoli Giovanili Socioculturali) realtà associativa che fa capo al vasto mondo salesiano che coordina le attività di cinema e teatro. Candido è stata una personalità poliedrica: mimo, attore, regista, autore televisivo, ma soprattutto un animatore che si sporcava concretamente le mani nella condivisione e nella guida di laboratori, stage, spettacoli teatrali per giovani. È doveroso ricordare la sua instancabile attività nell’organizzare momenti formativi per tanti giovani alla Mostra del Cinema di Venezia e al Giffoni Film Festival.

Ci siamo incrociati per la prima volta nel lontano 2000 quando l’Ufficio Nazionale delle Comunicazioni Sociali della CEI decise di affrontare con piglio e con un approccio pragmatico, al fine di creare un coordinamento nazionale, la vasta galassia teatrale che si muoveva all’interno del mondo cattolico. L’Acec fu chiamata a coordinare l’attività di monitoraggio e di riattivazione di un mondo lasciato colpevolmente da solo sottovalutandone fino ad allora le potenzialità educative e culturali.

Nell’aprile di quello stesso anno andava in scena, nel teatro del nuovo complesso maschile di Rebibbia, lo spettacolo Tre ducati di bontà di Charles Peguy, che rientrava nell’ambito di un progetto di “teatro educativo” portato avanti dall’associazione culturale “Il giardino dei ciliegi”. Trenta detenuti uomini tutti condannati con pene pesanti si erano incontrati per tre mesi per fare insieme un percorso “finalizzato al recupero della persona”.

Così incontrai Candido, regista di quell’allestimento insieme ad Angela Luciani, che del testo di Peguy era entusiasta e non perdeva occasione per sottolineare l’intrinseca forza redentrice. A maggio sempre di quell’anno a Rimini si tenne il primo incontro nazionale sul teatro in ambito ecclesiale e Candido intervenne per parlare del rapporto del teatro con il mondo salesiano. Da allora il rapporto non si interruppe fino all’ultimo periodo dove Candido con grande abnegazione e spirito di servizio coordinava le nove Associazioni nazionali di cultura cinematografica.

Un animo gentile, mai ideologico. Disposto a lavorare ed impegnarsi per l’associazionismo culturale cinematografico sia laico che cattolico gratuitamente con abnegazione. In silenzio e staccandosi da tutto in un riserbo quasi assoluto Candido ha lottato sino alle fine contro una malattia che lo ha sfiancato e debilitato nel fisico, ma non nell’animo. Poche cose contano realmente nelle nostre vite: le persone che amiamo e quelle persone con le quali abbiamo condiviso ideali e progetti, che grazie a questi abbiamo conosciuto e abbiamo amato.

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Sull'autore

Francesco Giraldo

Segretario Generale Acec