Appartenente a una famiglia-bene, il diciassettenne Giulio è portato in un collegio sulle Dolomiti altoatesine frequentato esclusivamente da ragazzi dell’alta società. Un luogo impenetrabile destinato a formare la futura classe dirigente, costruito come una prigione e dominato dalla solitudine e dal bullismo dei più anziani. Qui fa amicizia con Edoardo e con lui decide di esplorare nottetempo il bosco che li circonda dove trovano uno strip-club in cui lavora Elena, una giovane prostituta proveniente dall’Europa dell’Est.
Solido e intrigante, l’esordio alla regia del “figlio d’arte” Andrea De Sica (figlio del musicista Manuel e nipote di Vittorio) è una delle pochissime note liete di una stagione assai avara per la nostra cinematografia. Il suo sguardo rivela infatti una consapevolezza e una compiutezza formale difficile da ritrovare nelle opere d’esordio, tanto da risaltare tra quelle della stagione in corso. Al di là di alcune ottime (l’individuazione delle location) o buone (l’allestimento di un cast credibile e ben assortito) scelte però, ciò che colpisce di più nella regia di De Sica jr. è la capacità di elaborare i materiali del film in chiave formale. Di costruire un percorso audiovisivamente seducente che, seppur con qualche lieve sbavatura in alcuni passaggi di sceneggiatura, riesce ad adeguare in maniera lucida e convincente al discorso del film. Un presa di parola peraltro abbastanza desueta nel panorama del cinema italiano (viene in mente solo un lontano accostamento al Bellocchio de Nel nome del padre).
Lontano dai modelli familiari e nazionali dunque, Andrea De Sica mescola sagacemente generi (il Bildungsroman e il noir, con vivaci incursioni nell’horror) per esplorare un milieu sociale (l’aristocrazia economico-culturale italiana) attraverso uno sguardo deformante e mai riconciliato su ciò che esso esprime ab origine, ovvero il suo mondo giovanile. Proprio quel ristretto mondo in cui i turbamenti adolescenziali producono cortocircuiti e deviazioni, conformismi e ribellioni capaci di contenere in vitro tutte le fragilità del nostro Paese.
Regia: Andrea De Sica
Con Vincenzo Crea (Giulio), Ludovico Suiccio (Edoardo), Fabrizio Rongione (Mathias), Yuliia Sobol (Elena)
Italia 2016
Durata: 85’