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GIURATO NUMERO 2 (Clint Eastwood)
Il dilemma ai giurati

 

La legge, la verità, il senso di colpa, ma soprattutto la questione morale che le attraversa e vi si riflette: sono queste le direttrici tematiche che informano Giurato numero 2, quarantaduesimo lungometraggio del 94enne Clint Eastwood che, con ogni probabilità, potrebbe essere anche il suo ultimo. Un vero e proprio film-congedo dunque che il regista-attore californiano ha voluto fortemente (ne anche il produttore infatti), e che dunque ha l’ambizione di proporsi come il tassello finale di un discorso personale, declinato attraverso una filmografia inimitabile e snodata lungo ben sette decenni, nonché caratterizzato dall’inossidabile affidamento a una narrazione di matrice classica. 

La vicenda è semplice e ruota intorno al verdetto che un gruppo di giurati deve fornire a proposito dell’omicidio di una ragazza avvenuto nello stato della Georgia. Tuttavia l’ottimo script originale di Jonathan Abrams ben incorniciato in courtroom drama che sembra guardare alla lezione de La parola ai giurati di Sidney Lumet ma da cui si emancipa ben presto, è in realtà solo il pretesto per consentire a Eastwood di mettere i propri personaggi (a cominciare dal protagonista Justin, interpretato da Nicholas Hoult) di fronte a un dilemma morale. Costringendoli così a riflettere su quale sia il corretto comportamento da tenere, a ragionare sulla collisione tra la dimensione morale e quella normativa e procedurale, a guardare l’abisso aperto dal conflitto tra dimensione latente e quella manifesta. Un percorso che Eastwood compone mescolando dimensione politica e dimensione esistenziale, e adottando una regia asciutta ed essenziale che si riflette sia nelle scelte di messinscena (che talvolta sfiorano addirittura il didatticismo per la continua ricerca di limpidezza) sia in quella delle direzione dello splendido coro attoriale che impreziosisce l’opera. Arrivando in tal modo a ottenere ciò che gli sta più a cuore, ovvero costringere anche lo spettatore a interrogarsi e a uscire dalla visione con molti più dubbi che certezze. 

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).