Schede Cinema

GOD’S CREATURES (Saela Davis, Anna Rose Holmer)
In nome del figlio

In un villaggio di pescatori irlandese spazzato dal vento, Aileen è una madre che vive una profonda lacerazione tra il desiderio di proteggere l’amatissimo figlio e il proprio senso di giustizia. Costretta a mentire per lui, il suo atto finisce per dilaniare la loro famiglia e l’affiatata comunità in cui è inserita.

Presentato alla “Quinzaine des Réalisateurs” di Cannes 2022, God’s creatures è il secondo lungometraggio prodotto dalla collaborazione tra Saela Davis e Anne Rose Holmer, due filmmaker statunitensi che l’avevano iniziata nel 2015 con l’apprezzato The fits, film di cui avevano co-firmato la sceneggiatura dividendosi la regia (Holmer) e il montaggio (Davis).

Rispetto al film d’esordio qui però l’orizzonte espressivo è molto diverso, poiché le novità che si registrano sono molte e articolate su più livelli. La prima delle quali riguarda l’evoluzione stessa della loro collaborazione, dal momento che in questo caso Holmer&Davis scelgono di firmare (questa volta insieme) solo la regia, lasciando che i ruoli alternativamente coperti da loro stesse in passato (sceneggiatura, camera, fotografia, montaggio, produzione) vengano ricoperti da altri. Componendo in tal modo un cast tecnico decisamente più ampio rispetto ai lavori precedenti e fortemente caratterizzato dalla presenza femminile.

Tutti aspetti che connotano e si riflettono nel progetto, che fin dalla sua genesi si è rivelato assai più ambizioso di quello del 2015, connotato com’è da un cast importante e da una ambientazione tanto desueta quanto originale. Proprio i due elementi che, oltre ad alcune scelte di regia — il riferimento è in particolare alla parte finale del film, a cominciare dal bel piano ravvicinato su Aileen che registra la sua presa di coscienza sul brutale comportamento del figlio —, risultano peraltro i più apprezzabili di un’opera dalla resa altalenante. Il cui potenziale discorsivo – incentrato sul dissidio interiore di una madre nei confronti del figlio colpevole, ovvero sul conflitto tra amore materno e la responsabilità verso la comunità – viene continuamente disinnescato da una drammaturgia debole, scontata, incentrata su scelte narrative poco incisive e spesso convenzionali. Tanto da rendere anemico un materiale sulla carta esplosivo e depotenziare la lacerazione interiore della protagonista, cui riesce a dare consistenza solo la rimarchevole interpretazione di Emily Watson.

Regia Saela Davis, Anna Rose Holmer

Con Emily Watson, Paul Mescal, Aisling Franciosi, Declan Conlon, Toni O’Rourke

Irlanda, GB, USA 2022

Durata 100’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).