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Il cinema non va in vacanza

Il cinema non va in vacanza o, per meglio dire, segue lo spettatore nei luoghi di villeggiatura. Pensare al “cinema all’aperto” evoca la bellezza di uno scenario perduto, di una viva e solare provincia italiana che sfida il caldo, in cui il frinire dei grilli predomina sul rumore del proiettore. Parlando con le persone che spendono il loro tempo e le loro energie proseguendo in estate l’attività di programmazione cinematografica, ci siamo fatti l’idea di una passione vissuta come una vera e propria vocazione. L’arena estiva non è semplicemente la prosecuzione “all’aperto” di un lavoro invernale quanto uno spazio da inventare donandogli un’identità, un’impronta, interloquendo con le altre realtà locali per una missione comune di valorizzazione del territorio e delle persone che lo abitano, sia pure soltanto nei mesi estivi.
Dalla pubblicità al passaparola
Mattia Bertaina è il responsabile della sala di Busca (Cuneo). «Siamo un circolo nato nel 2013 – ci racconta – e già dall’estate 2014 abbiamo voluto proporre l’arena estiva. Siamo fortunati dal punto di vista della posizione geografica perché abbiamo diverse location da proporre come sedi di proiezioni». Nel 2014 un’edizione pilota, un esperimento pensato insieme al comune valutando i costi e ipotizzando il numero di spettatori. «Si è iniziato con la proiezione di Saving Mr. Banks nella cornice del Parco Francotto. L’obiettivo era di portare un centinaio di persone. L’ingresso era gratuito perché l’evento è stato messo in piedi grazie al contributo degli sponsor». Con 182 presenze, più del previsto, il comune ha deciso di ampliare l’evento per l’anno successivo ad altre location, stavolta a pagamento. «Quest’anno siamo passati a un doppio appuntamento, due sabati consecutivi, con il cinema che fa il suo ingresso nel Parco del Roccolo. Il Parco, pur non essendo comunale perché appartiene a privati, è gestito da un’associazione che ci è venuta incontro, affittandolo a un prezzo molto conveniente, praticabile per un’associazione culturale». I titoli sono stati St. Vincent e Gemma Bovery, film non di cassetta ma che hanno radunato un bel po’ di pubblico. «Tutto coadiuvato da una buona promozione. Abbiamo sfruttato tutti i canali possibili, cominciando dal cartaceo, che presso i nostri soci va ancora molto (ci dicono: ‘l’ho letto sul giornale’, le testate locali sono molto seguite). I giovani, naturalmente, si raggiungono con i social. Altri ancora vengono raggiunti dalla ‘pubblicità fonica’, la macchina con l’altoparlante che va in giro per il paese per un paio d’ore al giorno, dando la notizia della proiezione. Così contattiamo proprio tutti, anche chi non legge i giornali e non va in internet». (continua)
(articolo pubblicato su SdC 4/15)
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