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IL FASCINO DISCRETO DEL CINEMA DI QUARTIERE
Identikit della sala della comunità Delle Province di Roma

Nel quartiere Bologna, adiacente all’Università “La Sapienza” di Roma, si trova il “Delle Province”, una sala storica che da decenni è un punto di riferimento per gli appassionati di cinema di tutta la città.

La sala è nata insieme alla Parrocchia di Sant’Ippolito nel 1934, in alcune foto dell’epoca si può già vedere l’insegna “circolo parrocchiale” su Viale delle Province, un tempo via di periferia e oggi una delle arterie che collegano l’Università e il Policlinico con la Stazione Tiburtina. Oggi l’insegna verde del “Delle Province” è circondata da negozi di libri usati, copisterie, pizze al taglio, il quartiere ha subito molti cambiamenti, non è più periferia ma è quasi centro, il via vai di studenti anima le vie in tutte le ore del giorno. Ma nonostante le mutazioni del quartiere il cinema continua ad esistere da più di ottant’anni, svolgendo egregiamente il suo compito di servizio culturale e luogo di aggregazione, conosciuto in tutta la città.

Dal 2013 la gestione è passata dal Vicariato di Roma attraverso l’Ufficio delle Comunicazioni Sociali alla Parrocchia stessa, e da allora il “Delle Province” è diventato un piccolo caso nel panorama cinematografico della città, riuscendo a riempire la sala e ad incrementare il suo pubblico nonostante la programmazione sia quasi esclusivamente di titoli d’essai in seconda o terza visione. A portare avanti con passione e caparbietà il “Delle Province” sono Don Damiano Marino, vice Parroco, e Tonino Errico, Direttore del Cinema. “In una città come Roma essere rimasti un cinema di quartiere si è rivelata una scelta vincente – racconta Don Damiano – oggi l’offerta è concentrata nei multisala che spesso sono lontani dai quartieri residenziali e non tutti hanno facilità a raggiungerli, e poi è aumentata a dismisura l’offerta televisiva e sul web”. La crisi della sala cinematografica ha toccato naturalmente anche il “Delle Province” ma questo non ha inciso sulla qualità dell’offerta, anzi. “Io credo che in altre realtà si sia persa la voglia di credere nel cinema d’autore – commenta Marino – ormai le sale tengono questi film in cartellone pochi giorni e alla fine tutto si riduce a quei tre-quattro titoli del momento e poco di più. Noi invece investiamo tutto sul cinema d’essai, facciamo a monte una scelta di qualità e non di interesse economico, il nostro pubblico ormai ci conosce e tiene d’occhio la nostra offerta, perché sa che ha la possibilità di vedere titoli che sono subito scomparsi dalla programmazione di prima visione, siamo l’ultima occasione per vedere un certo tipo di film. E poi – aggiunge il Vice Parroco – credo che un ruolo lo abbia anche la “semplicità” della sala, il “Delle Province” è ancora la classica Sala parrocchiale anni ’80, e questo aspetto ha un grande fascino sul nostro pubblico, ce lo dicono quando vengono qui, ce lo scrivono sui social. L’esperienza di vedere un film in una sala come la nostra, così semplice e famigliare, diventa un valore aggiunto rispetto all’atmosfera che si respira in un multisala”. Un ruolo importante lo gioca anche il territorio abitato da molti anziani, che rappresentano la maggioranza dei fruitori della sala, ma anche da tanti studenti che non mancano di affacciarsi al piccolo cinema di quartiere. “Gli studenti universitari rappresentano circa il 20% del nostro pubblico – stima Tonino Errico -ma puntiamo ad aumentarne la presenza, al momento la maggior parte dei fruitori sono anziani con una netta preponderanza di donne. I titoli d’essai non attirano molto i ragazzi, hanno invece un ottimo riscontro con gli anziani e poi con un pubblico di amatori che viene apposta anche da lontano. Ci sono persone che ci scelgono proprio come sala di elezione – continua il Direttore del “Delle Province” – quando esce un film che gli interessa la gente chiama e ci chiede se lo metteremo in cartellone, e nel caso preferiscono aspettare e vederlo qui da noi, invece che andare a vederlo in prima visione. Un altro punto di forza è certamente il prezzo del biglietto che da noi costa 3.50€ nei giorni feriali e 4.50€ nei festivi, su Roma è meno della metà di un biglietto in altre sale. Non facciamo promozioni mirate, cerchiamo di tenere un prezzo basso per tutti, l’idea è quella non di fare cassa ma di offrire un servizio al territorio. Le tariffe così basse – conclude Errico – ci permettono più o meno di andare in pari alla fine dell’anno, anche se il pubblico è in continuo aumento, siamo ottimisti”.

Il “Delle Province” però, dietro al suo aspetto immutato, cerca comunque anche di ampliare l’offerta per aprirsi a nuove fasce di pubblico, anche grazie al web: “Da poco abbiamo messo on line il nostro sito internet – racconta Errico – e abbiamo anche una pagina facebook e un profilo instagram (su questo ammetto che è stata di grande aiuto mia figlia ventenne!) e stiamo notando un buon riscontro, adesso ad esempio stiamo promuovendo il cinema per le famiglie con i cartoni animati nel fine settimana” ma non solo: “un nuovo progetto è quello di proiettare l’opera lirica e i balletti al cinema – racconta Don Marino – in questo c’è stato di grande aiuto il sostegno di alcune Sale della Comunità della Lombardia e di Rimini che da tempo fanno questo tipo di offerta, li abbiamo contattati e sono stati di una disponibilità straordinaria, ho scoperto una vera e propria rete di sale e di questo devo ringraziare l’ACEC che si è impegnata per metterci in contatto e trovare gli interlocutori perfetti per noi”. L’attività cinematografica è spesso legata alle iniziative pastorali, come ricorda Don Damiano: “Nell’ultimo periodo stiamo cercando di ricostruire un canale privilegiato con l’attività parrocchiale attraverso alcune rassegne in collaborazione con il gruppo missionario, abbiamo anche aderito all’iniziativa “prova a prendermi” del Sinodo dei giovani e su questo siamo riusciti a coinvolgere anche un’altra Parrocchia del quartiere che condivide la realtà degli studenti universitari. Queste iniziative ci permettono di interagire con i giovani, che sono una ricchezza”.

La scelta dei film in cartellone del resto rispecchia lo spirito pastorale e l’amore per il cinema di qualità, con un occhio ai gusti del pubblico di affezionati: si va dalle pellicole d’autore alle commedie sofisticate, non mancano poi i film storici e biografici ma anche tutta la cinematografia – spesso ignorata dai grandi circuiti – di paesi lontani o di artisti poco conosciuti. “All’inizio della settimana programmiamo i film d’essai o di nicchia – spiega Errico – nel fine settimana dei titoli che possano richiamare un pubblico più ampio, pellicole adatte a tutti. L’importante è che ogni film, anche quello apparentemente più leggero, abbia però un messaggio”. Al “Delle Province” si proiettano anche quattro film a settimana, cercando in alcuni casi di tenere lo stesso titolo in cartellone anche per due o tre giorni, contando sul passaparola, che non manca mai. “A chi mi chiede quale sia il segreto del nostro successo – commenta Marino – rispondo che tutto sta nel crederci e nel non pensare al cinema come un ingresso di soldi ma come un’opportunità che la Parrocchia ha sul territorio. Questo atteggiamento aiuta a superare le beghe tecniche e burocratiche, che non sono poche, e se si lavora con correttezza e passione, si rientra anche nelle spese, certo bisogna avere pazienza, ci vuole qualche anno per avviare un’attività e fidelizzare il proprio pubblico. Infine – conclude il Vice Parroco – il segreto è integrare la sala cinematografica con la vita pastorale, cinema e parrocchia non devono essere realtà indipendenti ma arricchirsi a vicenda e arricchire il territorio”.

 

Articolo pubblicato su SdC – Sale della Comunità n.2/18(la registrazione è gratuita ma obbligatoria)

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Sull'autore

Marina Saraceno

Diplomata all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" e laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi sul teatro tradizionale cinese. In teatro ha lavorato con Luca Ronconi, Mario Scaccia, Jacques Decuvellerie. Ha lavorato per la comunicazione e la promozione culturale, tra gli altri, con il Teatro Nazionale di Roma, L'Associazione Italiana Editori, l'Ente Teatrale Italiano, Rai Trade, l'Unione des Theatres d'Europe, il Teatro Stabile del Veneto, il Progetto Domani per le Olimpiadi di Torino e la Fondazione Comunicazione e Cultura della CEI. Come giornalista ha collaborato con l'agenzia com.unica, il bimestrale Sale della Comunità, il settimanale pagina99