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IL SEGRETO DELLA MINIERA (Hanna Slak)
Le tragedie della storia, il coraggio della verità

A quattordici anni il bosniaco Aljia lascia la sua terra per sfuggire alla guerra nei Balcani, rifugiandosi in Slovenia. Da adulto, esperto minatore, viene incaricato dal dirigente della propria azienda di riaprire e ispezionare un vecchio tunnel abbandonato, stilando un rapporto che dichiari la miniera totalmente vuota e quindi pronta per una chiusura definitiva. Ma abbattendo via via le barriere di roccia e mattoni, Aljia scopre centinaia di cadaveri murati all’interno della galleria. Un tragico segreto, risalente al secondo conflitto mondiale, che nessuno intende rivelare…

Ispirato ad una storia vera, il film di Hanna Slak ripercorre la vicenda di Mehmedalija Alić, unico sopravvissuto del proprio villaggio alla strage di Srebrenica del 1995, inviato nel 2007 nelle viscere della miniera slovena (già sigillata) di Huda Jama, nella quale, grazie al suo coraggio, sono stati rinvenuti gli scheletri di 4 mila profughi di guerra, uccisi tra il maggio e il giugno del 1945. Vittime innocenti, di cui il minatore bosniaco, con ostinata determinazione e nella contrarietà generale, rivendicava l’estrazione, l’identificazione e la sepoltura.

Il segreto della miniera, rigoroso e sensibile esordio nel lungometraggio di Hanna Slak, accosta dunque due atroci pagine di storia, condensandole nella figura esemplare del protagonista (l’eccellente Leon Lučev): un uomo comune, marito e padre di famiglia, sostenuto da un alto senso di responsabilità nell’esercizio del proprio lavoro, animato da un vigoroso slancio etico e da un profondo codice di giustizia sociale. Un atteggiamento, il suo, antitetico alla dissoluzione morale della follia bellica (ma anche all’arbitraria, cieca politica di licenziamenti operata dall’impresa mineraria, colpita dalla crisi dell’attività estrattiva), che la sceneggiatura della stessa Slak restituisce sullo schermo con ammirevole contrassegno civile, mantenendo intatti i riverberi lancinanti di un conflitto pubblico e privato (gli spettri della Jugoslavia di metà Novecento, il fantasma di una sorella eliminata dalla ‘pulizia etnica’) senza cadere nelle pieghe larmoyantes del melodramma.

Sono i dettagli, psicologici e relazionali, logistici e ‘professionali’, a fare de Il segreto della miniera un film lucido, credibile, intimamente doloroso, permeato da un dissidio lacerante: l’affetto trattenuto di Aljia per la moglie e la figlia, minato al suo interno dalla ferita mai rimarginata di un’infanzia negata; le chiacchierate, ruvide ma franche, con un anziano del luogo, anch’egli emigrato in Slovenia molti anni prima, custode di quel segreto così scomodo e temuto da tutti; la collaborazione, tradita, con un giovane stagista, schieratosi dalla parte della compagnia mineraria. Film sulla ricerca della verità, individuale e collettiva, e sulla dignità umana (non a caso il film ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International Italia), Il segreto della miniera arriva a farsi specchio riflettente di una stagione luttuosa dell’umanità e testimonianza luminosa dell’importanza delle scelte personali.

IL SEGRETO DELLA MINIERA
Regia: Hanna Slak
Interpreti: Leon Lučev, Marina Redzepovic, Zala Djuric Ribic, Boris Cavazza
Nazionalità: Slovenia, 2017
Durata: 103’ minuti

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.