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LA NOTTE DEL 12 (Dominik Moll)
Un polar malinconico ed esistenziale

Arrivato da poco a capo della polizia giudiziaria di Grenoble, Yohan deve confrontarsi con un terribile omicidio. C’è chi dice che ogni investigatore abbia un crimine che lo ossessiona per tutta la carriera: per Yohan quel caso diventa l’uccisione della giovane Clara, bruciata viva a soli 21 anni, una sera del 12 ottobre in un paesino di montagna, mentre rientrava a casa da una cena con amici. Insieme al collega Marceau, Yohan porta avanti le indagini su tutti i conoscenti della ragazza, svelando i molti segreti di una provincia all’apparenza tranquilla. Ma realizzando, infine, che ogni uomo può essere un potenziale colpevole…

Tratto dal libro-inchiesta di Pauline Guéna 18.3 – Une année à la PJ e ispirato a fatti realmente accaduti, La notte del 12 osserva fedelmente le coordinate del polar, privilegiando le radiografie interiori dei protagonisti e attribuendo alla descrizione dei meccanismi di indagine poliziesca una coinvolgente connotazione esistenziale. Meno vibrante del precedente, notevolissimo Only the Animals – Storie di spiriti amanti, ma in ogni caso pienamente riuscito, il nuovo lungometraggio di Dominik Moll, scarno e rigoroso, brilla per la credibilità degli ambienti, per le atmosfere sospese, per le dinamiche investigative osservate sia nel loro dipanarsi metodico e procedurale (gli estenuanti interrogatori dei sospettati), sia in una quotidianità lavorativa solo apparentemente marginale (le discussioni sulle restrizioni di bilancio, sulle ore di straordinario o sui guasti alla fotocopiatrice): un’attenzione, priva di ogni spettacolarizzazione, che investe il ‘dentro’ e il ‘fuori’ le stanze del commissariato, andando oltre il vivace cameratismo maschile, non privo di sapida ironia, e scandagliando, di riflesso, le solitudini che ‘abitano’ le vite dei poliziotti di Grenoble.

Sulla scia di Zodiac di David Fincher (come dichiarato fin dalla didascalia iniziale: “Ogni anno la polizia giudiziaria apre 800 indagini per omicidio. Alcune non vengono mai risolte. Questo film parla di una di queste”), La notte del 12 è un lungometraggio tutto di uomini, le cui coscienze, però, sono alimentate e allarmate dalle donne: la giovane recluta, la giudice istruttrice, la stessa, innocente vittima. E’ questa sensibilità segreta, che si sprigiona da uno sguardo partecipe ed empatico su tutti i personaggi, a dare spessore al film di Moll. Ad imporsi, è il ritratto del giovane capo della squadra anticrimine, pacato e riflessivo, ma scosso da sottili tensioni sotterranee. Non è un caso che Yohan venga inquadrato spesso mentre pedala febbrilmente in bicicletta su una pista circolare, che lo riporta sempre al punto di partenza: la sua corsa senza mèta è lo stesso ‘girare a vuoto’ della sua inchiesta, l’itinerario incompiuto, professionale ma anche esistenziale, verso una verità che, di fatto, non arriverà mai a rivelarsi. Metafora, malinconica e rassegnata, dell’impalpabilità dell’agire umano e dell’indifferenza della società contemporanea.

Regia: Dominik Moll

Interpreti: Bastien Bouillon, Bouli Lanners, Anouk Grinberg, Théo Cholbi, Johann Dionnet

Nazionalità: Francia, 2022

Durata: 114’

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.