Uscito in quello che ormai è chiamato il weekend di Halloween tra molti altri film spaventevoli e deludenti
per trama e interpretazione, Lo schiaccianoci e i quattro regni (Stati Uniti, 2018) è risultato, con un tema già
molto natalizio, il vero vincitore al botteghino. Zucche vuote, fantasmi e scheletrini non hanno avuto la
meglio sulla vecchia fiaba tedesca resa celebre in tutto il mondo dal genio musicale e coreografico di
Čajkovskij. Merito di certo della Walt Disney Pictures Company che ancora una volta ha dimostrato la
propria indiscussa capacità di reinterpretare i grandi classici della letteratura europea coniugando la fedeltà
all’originale con l’innovazione e la fantasia necessarie per appassionare le nuove generazioni e un pubblico
quanto più generalista possibile. Alla fine, davvero nessuno resta deluso o annoiato grazie ad un film che,
pur ricco di citazioni e rimandi culturali e cinematografici anche molto raffinati, sa coinvolgere gli spettatori
di ogni età grazie ad un ritmo brioso e una sceneggiatura ricchissima ed estrosa.
La storia ricalca sostanzialmente il racconto pubblicato nel 1816 da Theodor Hoffman e prende inizio in
quella che per Clara e la sua famiglia è una vigilia di Natale davvero triste e malinconica a causa della
recente morte della mamma. Il dono di un misterioso carillon e la ricerca della chiave per farlo funzionare
conducono Clara in un mondo fantastico, fatto di giocattoli animati, fiori, dolci e paesaggi incantati in cui la
fanciulla potrà comprendere meglio la vita con le sue lotte e i suoi dissidi, ma anche scoprire chi era
veramente sua madre e ritrovare infine sé stessa e il rapporto con il resto della sua famiglia.
La Disney ha scelto di mantenere per la colonna sonora le musiche di Čajkovskij inserendo nella trama del
film anche una scena dal celebre balletto che, nella resa cinematografica, appare come una citazione del
classico Fantasia del 1940. Ma in tutto questo Lo Schiaccianoci e i quattro regni appare debitore di altri
celebri film Disney: l’esterno urbano di una Londra ottocentesca e innevata alla vigilia di Natale è un chiaro
rimando al Christmas Carol (2009) tratto da Dickens; l’ingresso di Clara nel magico mondo dei quattro regni
fa pensare spontaneamente ad Alice in Wonderland (2010); nel castello dei quattro reggenti ci si aspetta
infine quasi un’apparizione del mago di Oz. Tutto contribuisce a far entrare lo spettatore in un mondo
fantastico e senza tempo, ma non per questo alieno dalle gioie, dalle fatiche, dai sentimenti e dalle paure
della vita di ogni giorno.
Degni di nota sono certamente infine il cast e i ricchi costumi del film. Tra i principali interpreti spiccano
Morgan Freeman nella parte del padrino Drosselmeyer, Helen Mirren nei panni di Madre Cicogna, Keira
Kinghtley in quelli di Fata Confetto. Bravi e spontanei i due giovani protagonisti: Clara e il capitano
Schiaccianoci, interpretato quest’ultimo da un giovane attore di colore, segno di un passo in avanti anche
nel cinema verso una sensibilità più protesa all’integrazione e alla multiculturalità. Davvero raffinati e di
effetto i costumi indossati dai diversi personaggi, all’altezza di un classico del balletto che continua ad
essere rappresentato nei più celebri teatri d’opera di tutto il mondo facendo sognare sempre nuove
generazioni di spettatori.
Lo schiaccianoci e i quattro regni (Lasse Hallström) Una fiaba coinvolgente per ogni età
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