Il 1992 è l’anno delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Un anno drammatico, che cambierà per sempre la storia d’Italia. Con “L’Ultima Estate. Falcone e Borsellino 30anni dopo” e il prezioso contributo della scrittura di Claudio Fava, giornalista, pluripremiato drammaturgo e Presidente della Commissione Antimafia dell’A.R.S., la regista Chiara Callegari sceglie di raccontare gli ultimi mesi di vita dei due magistrati palermitani in uno spettacolo capace di andare oltre la semplice narrazione biografica e giornalistica.
Sottratti all’apparato celebrativo che ha fatto di loro delle icone cristallizzate, la pièce teatrale restituisce i due protagonisti – solidamente interpretati da Simone Luglio (Falcone) e Giovanni Santangelo (Borsellino) – alla loro dimensione più autentica e quotidiana, che nulla toglie al senso della loro battaglia, ma li completa come esseri umani. Il diario civile di due uomini, con i loro dubbi e le loro paure, non di due eroi, forti e lontani.
La scena è ridotta a pochi elementi essenziali: una scrivania piena di carte, fogli, faldoni, la macchina da scrivere su cui Falcone e Borsellino si alternano, una lampada da tavolo. Su tutto prevale la parola: le chiacchierate tra i due, i verbali da battere a macchina e rileggere, il racconto dei telegiornali che riportano le cronache giudiziarie e irrompono per dare “in presa diretta” le notizie che riguardano le indagini dei due, la lotta alla mafia, il “sentire” dell’opinione pubblica.
La parola è elemento chiave per “L’ultima estate”, spettacolo che raccoglie in un unico racconto l’aspetto umano di Falcone e Borsellino, le loro ansie, le paure, le convinzioni, le debolezze, il vizio del fumo, la voglia di tuffarsi per fare un bagno al mare senza pensieri, e lo lega alle vicende giudiziarie di quelli che, consapevolmente, sono diventati due eroi civili conosciuti in tutto il mondo.
Lo spettacolo procede per quadri successivi, in un alternarsi di buio e luce che lascia i due protagonisti ergersi in tutta la loro statura morale. Tanto forte nei contenuti quanto accessibile nel linguaggio, “L’ultima estate” potrebbe essere una proposta valida per le nuove generazioni (età di scuola secondaria), per cui la storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino rischia di diventare solo una pagina sui libri di testo.
L’ULTIMA ESTATE. FALCONE E BORSELLINO 30 ANNI DOPO Sul palcoscenico la storia dei due magistrati, tra cronaca e vita
Scrivi un commento...