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MAZINGA Z (Junji Shimizu)
Operazione nostalgia

Proprio quando all’interno del monte Fuji viene rivenuto Mazinga Infinity, un’enorme “divinità demoniaca” simile a Mazinga, la Terra è nuovamente minacciata dal diabolico Dottor Inferno e dai suoi mostruosi alleati: il Barone Ashura e il conte Blocken. A distanza di dieci anni dall’ultima battaglia, Koji Kabuto è divenuto ormai uno scienziato ma, vedendo il pianeta minacciato, torna a essere Mazinga per difenderlo. Stavolta è affiancato da Lisa, una ragazza androide emersa dalle rovine di Mazinga Infinity.

 

A distanza di 45 anni dalla sua prima e doppia uscita (fumetto e serial d’animazione), il ritorno sugli schermi di Mazinga Z ha principalmente lo scopo di celebrare quello che da molti è considerato il più importante anime giapponese. Ovvero il primo mecha (un robot pilotato da un umano) che è all’origine di quella “Robophilia” capace di influenzare profondamente l’immaginario delle generazioni cresciute a cavallo tra gli anni ’70 e gli ’80. Curiosamente però, il ritorno del personaggio ideato da Go Nagai e portato di nuovo sugli schermi dalla Toei Animation assume una Forma (il film) differente da quelle seriali che ne avevano caratterizzato l’iniziale e prorompente diffusione.

Proprio per tali motivi, l’animazione che informa la nuova sfida tra Koji Kabuto e i suoi antichi nemici non poteva che avere una veste vintage, con tratti e cromatismi che si rifanno a quelli originari e che saranno certamente apprezzati dai fan della prima ora. Il combattimento finale, in particolare, con il riutilizzo delle armi che hanno reso celebre Mazinga (dal pugno a razzo ai raggi fotonici) sarà infatti tanto atteso quanto soddisfacente sia per la generazione dei quaranta/cinquantenni, che per quella dei loro figli. Al di là dell’aspetto (auto)celebrativo però, appare meno riuscito il tentativo di aggiornare i temi del conflitto tra Koji Kabuto e il Dottor Inferno all’orizzonte contemporaneo, con il ricorso a temi e prospettive (dal multiverso alla fisica quantistica) che appesantiscono il plot e finiscono per rendere complessa la comprensione della vicenda.

Regia Junji Shimizu

Animazione

Giappone, 2017

Durata 95’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).