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MISTER FELICITà (Alessandro Siani)
Un guaglione venuto dal nulla insegna ad essere felici

mister felicità

In visita dalla sorella che lavora in Svizzera, Martino viene frainteso come assistente del “mitico” Dottor Gioia, un vero e proprio mental coach per vip e benestanti che hanno smarrito la strada della felicità. Questo accade perché il giovane si trova a sostituire la sorella nelle pulizie dello studio del dottore quando la ragazza subisce un incidente automobilistico compromettendo per un periodo l’uso di una gamba. Mentre Gioia è assente per impegni fuori città, Martino dunque dispensa consigli e sostegno ad alcuni suoi pazienti, incappando infine, nella bella Arianna, l’indiscussa campionessa italiana di pattinaggio caduta in depressione dopo un rocambolesco scivolone sul ghiaccio. Risollevandosi reciprocamente dalla crisi – giacché anche Martino è a modo suo un pessimista incallito – i due finiscono per innamorarsi.

 

“La felicità non sta nel non cadere, sta nel rialzarsi dopo ogni caduta” sentenziava Confucio e Alessandro Siani l’ha preso alla lettera inventandosi la favola di Mister Felicità, parabola comica di un guaglione che impara a rialzare se stesso e gli altri guardando il mondo con occhi diversi. L’intento del terzo film da regista del 41enne comico partenopeo è esplicitato da lui stesso: “In un’epoca storica carente di ottimismo ma carica di rabbia per quanto ci accade intorno, quale migliore formula magica poteva funzionare se non accoppiare due pessimisti e far esplodere la felicità?”. Dunque il punto non è negare la possibilità di cadere, bensì essere consapevoli che risollevarsi è sempre possibile, basta crederci. La metafora della caduta sul ghiaccio è fin troppo palese ma per Siani – che da sempre opta per una comicità fiabesca, mai volgare e sempre infarcita da momenti di puro slapstick – conta la genuina immediatezza della comprensione, trascurando ogni altra sovrastruttura. D’altra parte, cavallo che riempie le casse non si cambia e Siani si appresta a sbancare il botteghino dopo i precedenti successi rispettivamente di 14,5 milioni di euro de Il principe abusivo (2013) e gli oltre 15 milioni de Si accettano miracoli (2015). Ma al di là dei numeri che “giustificano” la fiducia in lui da parte della blasonata Cattleya (con Rai Cinema), da un punto di vista qualitativo non solo la formula “fiaba educata” non sembra evolvere in alcuna direzione, ma anzi, appare quasi indebolita sia nel plot che nelle scelte drammaturgico-registiche. Infatti non bastano le trovate di pura vis comica – delle quali Siani è capace – a garantire una compattezza cinematografica quando questa è fragile ab origine del testo. E neppure sono sufficienti le simpatiche citazioni parodistiche di Gomorra a risollevare le sorti di livello.

Regia Alessandro Siani

Cast Alessandro Siani, Diego Abatantuono, Carla Signoris

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.