Contava 58 pagine il soggetto che Federico Fellini e Tullio Pinelli scrissero nel 1948 e lasciarono inedito su due piccoli scugnizzi imbarcati clandestinamente a Napoli su una nave diretta a New York. Dopo oltre 70 anni, Gabriele Salvatores resuscita il testo curando sceneggiatura e regia di Napoli-New York, il racconto a misura di bambino del viaggio dal secondo Dopoguerra partenopeo a quello statunitense, simbolo del passaggio tra il vecchio e il nuovo mondo sia geograficamente che come paradigma storico e filosofico. Codificato nei classici tre atti e nel registro di una fiaba connessa alla realtà, il 21mo lungometraggio di finzione del cineasta napoletano ma milanese d’adozione unisce il sapore dell’avventura infantile nutrita dalla scoperta dell’ignoto e del sogno di una vita migliore, al romanzo di formazione e famigliare, ma anche a una storia di riscatto tutta al femminile. I piccoli ma determinati Carmine e Celestina – interpretati dai bravissimi attori bambini Dea Lanzaro e Antonio Guerra – sono infatti attratti dalla metropoli americana non solo per fuggire dalla miseria in cui versano da orfani senzatetto, ma anche per ritrovare la sorella della bimba emigrata negli USA perché andata in sposa a un americano in tempo di guerra. Tale desiderio di ricongiungimento si esprimerà successivamente nel bisogno di protezione presso la famiglia del commissario di polizia italo-americano Domenico Garofalo – alias Pierfrancesco Favino. Con una sceneggiatura dichiaratamente il più fedele possibile al soggetto originale e con ulteriori citazioni omaggio a Fellini nelle scene legate a Paisà alla cui scrittura il regista riminese notoriamente collaborò, Napoli-New York si presenta come un lavoro dignitoso se ascritto al contesto narrativo e poetico di una favola sui migranti e sulla realizzazione del loro Sogno Americano, benché vi si denunci un’eccessiva esibizione degli effetti visivi digitali nelle ricostruzioni scenografiche di un’iconografia piena di cliché tanto della Napoli quanto della New York di fine anni ’40. Vero è, comunque, che lo sguardo infantile così come di un Fellini che non aveva ancora visitato la Grande Mela possono giustificare le scelte in questa direzione.
Regia: Gabriele Salvatores
Sceneggiatura: Gabriele Salvatores su soggetto originale di Federico Fellini e Tullio Pinelli
Italia 2024
Durata: 124′