In evidenza Locarno

SALVE MARIA – La depressione post partum con atmosfere hitchcockiane
Suggestioni e consigli da Locarno

Salve Maria

Le atmosfere sono quelle hitchcockiane di “Vertigo – la donna che visse due volte”, con rimandi a “Uccelli” e a “Marnie”, per attirare lo spettatore nella suspense e liberarlo dal facile rischio di produrre giudizi immediati e tranchant sugli accadimenti. Potrebbe essere questa la strategia narrativa utilizzata dalla regista spagnola Mar Coll per la sua opera prima “Salve Maria”, che tratta il complesso tema della depressione post partum, anche in riferimento all’infanticidio. Presentato al Festival del cinema di Locarno 2024, il film vede protagonista Maria, neo mamma e scrittrice, che per il suo prossimo libro indaga su una donna accusata di aver ucciso le sue gemelle di dieci mesi.

L’interesse di Maria per il caso non muove da una curiosità cronachistica, bensì dal personale senso colpa per non sentirsi in grado di essere una buona madre, arrivando ad identificarsi con l’infanticida e sperando di liberarsi dalle sue ossessive paure mettendole sulla carta.

Salve Maria

Salve Maria, un racconto di maternità e tensione

I pianti del suo bambino, il vomito che segue le poppate, una finestra rotta da cui entra un corvo, vengono vissuti da Maria come sciagure quotidiane, che la intrappolano in un ruolo a lei avulso, senza trovare via d’uscita. Il tutto in un crescendo di tensione, che striscia subdolamente attorno alla protagonista in un contesto privo di ostilità. Il marito, ricercatore universitario, è affettuoso e accomodante, ingenuamente speranzoso che le preoccupazioni di Maria passino presto.

La madre resta una voce al telefono, raramente interpellata dalla protagonista, che la rassicura sul buon proseguo della maternità. Il servizio sanitario offre corsi per insegnare a come accudire i neonati, dove si possono scambiare consigli ed esperienze. Una lettrice-ammiratrice diventa un’amica, un po’ invadente ma sempre disponibile.

Nulla congiura sulla serenità di Maria, tranne i suoi demoni interiori, che nessuno però, in questa quieta normalità, è in grado di vedere. Perché? La domanda è posta allo spettatore lasciando sempre aperta la possibilità a riflessioni multiple: sulla rete sociale, sul rapporto di coppia, sulla vergogna a dichiarare il disagio, sulla ricerca di salvarsi cercando le proprie risorse. “Salve Maria” rompe coraggiosamente i tabù legati alla maternità e ai suoi imprevedibili e complessi cambiamenti esistenziali.

Il distributore di Salve Maria è Be For Films, www.beforfilms.com

Potete seguire ACEC anche su Facebook e Instagram

Scrivi un commento...

Sull'autore

Elena Grassi

Laureata in Scienze delle comunicazione all’Università di Trieste, ha conseguito il master in Educazione audiovisiva e multimediale e il Dottorato di Ricerca in Scienze Pedagogiche all’Università di Padova. Giornalista e critico cinematografico, lavora da educatore audiovisivo per enti pubblici e privati ed è consulente per l’Acec del progetto Junior Cinema.