L’analisi di A Sisters’ Tale, documentario di Leila Amini visto al Festival di Locarno 2024 a cura di Elena Grassi.
Nasreem Amini è una giovane donna come tante nell’Iran contemporaneo, madre e casalinga, ma con la passione e il talento per il canto, che coltiva in segretezza pagandosi lezioni private e creando video che diffonde sottotraccia. La sorella regista, Leila Amini, nel 2016 decide di riprendere la sua quotidianità, tra i pianti della figlia di un anno e i piccoli moti di ribellione del figlio dodicenne, la nostalgia per il padre venuto a mancare e la disaffezione di un marito indifferente alla vita familiare.
Ma soprattutto viene registrata la sua anima, il suo cammino di consapevolezza verso un’autorealizzazione come persona e non solo per le funzioni domestiche, con i suoi desideri e i suoi bisogni. Così la storia di Nasreem si protrae per sette anni, fino al 2023, e diventa il bellissimo documentario “A Sisters’ Tale”, presentato dalla Settimana della Critica al Festival del cinema di Locarno 2024. “Una storia di sorelle” perché c’è anche Leila, che rinuncia allo sguardo asettico della documentarista, abbracciando con la macchina da presa Nasreem, sostenendola nei suoi momenti bui e gioendo con lei nelle sue conquiste emancipatorie. Lo spettatore viene quindi coinvolto nella dinamica emotiva, entra nell’intimità della protagonista, comprendendo la situazione delle donne iraniane da un punto di vista soggettivo e personale prima che politico e sociale. Ed è questo il grande pregio di A Sisters’ Tale, denunciare un regime oppressivo dei diritti umani senza sensazionalismi, sangue e violenza, ma facendoci identificare con un’esperienza che può essere comune anche a molte donne occidentali.
Non c’è un marito violento e patriarcale, ma un matrimonio senza amore contratto su pressioni famigliari, da cui Nasreem si libera con un coraggioso divorzio. Non c’è l’assedio della polizia lungo le strade, ma una madre separata che prova a mantenersi facendo l’istruttrice di scuola guida e l’autista. Nemmeno la possibilità di esibirsi in pubblico, ma l’aspirante cantante può registrare in studio pezzi inediti che un noto musicista ha scritto per lei. Come a dire che, anche nella più limitante delle condizioni, si possono trovare spiragli per la libertà e squarciare, con la propria vicenda umana, quel velo che tanto pesa sul capo delle donne iraniane.
A Sisters’ Tale è un invito alla speranza e un inno al potere delle piccole scelte che possono portare lontano.
Il distributore internazionale di A Sisters’ Tale è Vinca Film, www.vincafilm.ch. Attualmente non è ancora prevista una data per l’arrivo nelle sale italiane.
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