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STRANGER EYES, la videorecensione
Lo sguardo ottuso

Stranger-Eyes-recensione

Francesco Crispino recensisce Stranger Eyes di Yeo Siew Hua presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 81.

Come suggerisce il titolo, il terzo lungometraggio di Yeo Siew Hua è una riflessione sull’atto del vedere, tema certamente non originale in quanto consustanziale alla Settima arte, ma che il cineasta di Singapore aggiorna all’epoca contemporanea, laddove il voyeurismo deve necessariamente confrontarsi con una riproduzione audiovisiva massiva e con un regime di sorveglianza ormai capillare che ne ha modificato la struttura stessa.

Stranger Eyes è infatti un racconto il cui focus discorsivo sta nella dialettica tra il vedere e l’essere visti, di cui sono protagonisti tre madri, due padri e due figlie e che è ambientato nella Singapore contemporanea, territorio simbolico nel quale le identità individuali sembrano svanire, inghiottite dalle anonime architetture degli edifici-alveare da cui è composta e ridisegnate dalle immagini delle telecamere da cui è invaso. Uno spazio emblematico nel quale l’atto di guardare così come quello dell’essere osservati fa ormai parte del rito quotidiano.

Il racconto prende spunto dall’improvvisa sparizione di una bambina, ma per far comprendere quasi subito come in realtà si tratti di un evento pretestuoso e che la volontà del regista asiatico sta nel concentrarsi sulle relazioni delle persone  che vi sono coinvolte. Perché appunto è proprio lo sguardo la forma di un racconto che il regista asiatico tiene in un miracoloso equilibrio facendo abilmente coesistere circolarità e non-linearità. Così come è lo sguardo, rappresentativo strumento di un’epoca definita dalla pulsione scopica, a guidarlo, spingendolo sulle false piste, suggerendo interpretazioni inesatte, giocando sui riflessi che produce. Un vero e proprio sguardo ottuso, quando non addirittura cieco come quello di uno dei personaggi, incapace di cogliere l’essenza della realtà che lo circonda, inadatto a comprenderne la complessità e la differenza con la sua rappresentazione.

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).