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TOLO TOLO (Luca Medici)
Checco il migrante

Checco vive in Puglia, dove prova ad avviare un sushi restaurant ma, una volta fallito e sommerso dai debiti, decide di scappare in Africa. Qui si improvvisa cameriere per un resort di lusso dove conosce Oumar che sogna l’Italia e conosce il suo cinema. Quando scoppia la guerra civile e i due sono costretti a scappare seguendo la rotta dei migranti verso l’Europa. Checco però non vuole tornare nel proprio Paese, dove lo danno per disperso, per sfuggire al fisco. La sua destinazione è il Liechtenstein, dove burocrazia e tasse sono meno opprimenti. A lui si uniscono Idjaba e suo figlio Doudou, anche loro in fuga.

Dopo quattro titoli di grande successo al botteghino e caratterizzati da una formula comprovata (Valsecchi-Nunziante-Zalone), il quinto lungometraggio che ha come protagonista il personaggio di Checco Zalone (cui dà come sempre volto Luca Medici) è un film di svolta, perché segna un sostanziale cambiamento rispetto al passato. A cominciare dalla regia, qui per la prima volta assunta dallo stesso Medici (dopo che i precedenti lavori erano stati tutti firmati da Gennaro Nunziante) e proseguendo con la sceneggiatura – dove il posto di Nunziante viene qui rilevato da Paolo Virzì. Importanti sostituzioni che infatti danno al film una struttura narrativa diversa dal solito, pronta a guardare alla “commedia all’italiana” e a farsi ispirare dalle intuizioni dei suoi grandi maestri (soprattutto Scola e Risi), e il cui dinamismo si nutre di abbondanti contaminazioni (con la satira politica, il road-movie, il musical, l’animazione).

Se tutto ciò permette a Zalone/Medici un passo avanti dal punto di vista drammaturgico rispetto ai quattro titoli precedenti, finisce tuttavia per produrre contemporaneamente un arretramento sul piano strettamente comico (che è il vero plusvalore dato dal personaggio) e un’involuzione su quello della regia, che in taluni casi sembra sfiorare (volutamente?) il dilettantismo. Non mancano certamente gag ben articolate, così come sagaci battute capaci di sfruttare al massimo il corrosivo politically uncorrect della maschera-Zalone, ma l’impressione è che finiscano per perdersi nell’utilizzo smodato dei clichés e dei luoghi comuni, sia situazionali che iconografici. In tal senso Tolo tolo appare molto di più di una semplice “deviazione” dal celebratissimo e fin qui vincente percorso tracciato da Medici/Zalone, quanto un titolo-chiave della sua filmografia. Il film che probabilmente ci dirà, al di là del suo inevitabile successo al botteghino (come testimonia la distribuzione-record in 1200 copie), se rappresenta l’inizio di un’involuzione o di un importante rilancio.

TOLO TOLO
Regia Luca Medici (Checco Zalone)
Con Luca Medici (Checco Zalone), Souleymane Sylla (Oumar), Manda Touré (Idjaba), Nassor Said Birya (Doudou)
Italia 2020
Durata 90’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).