Karen è una donna di mezza età con una famiglia felice e una bella casa, ma quando alla festa del 40° anniversario di matrimonio scopre il tradimento del marito Sten, tutto cambia di segno. Dopo una vita trascorsa a prendersi cura della figlia e del proprio consorte, Karen decide che è arrivato il tempo di darsi una seconda possibilità: con l’aiuto di alcune sue amiche, e seguendo la sua passione per la cucina, troverà un nuovo equilibrio, senza compromettere gli affetti familiari…
Esordio dietro la macchina da presa dell’assistente alla regia Annika Appelin, Tuesday Club è il più recente lungometraggio incentrato su rapporti sentimentali nati tra i fornelli insieme ai piaceri della tavola: un lungo, fitto elenco di titoli che (da Chocolat a Sapori e dissapori, da Amore, cucina e curry a Il sapore del successo, solo per citarne alcuni) ha ormai codificato un vero e proprio sottogenere cinematografico, quello enogastronomico. Anche la commedia romantica della regista svedese non rinuncia, di conseguenza, a mostrare in primissimo piano deliziose creazioni culinarie, piatti appetitosi ed esotici scaturiti dal talento di uno chef stellato dapprima burbero, poi innamorato, Henrik (interpretato da Peter Stormare), condivisi e preparati dalla più dotata allieva del corso di cucina da lui tenuto, Karen (Marie Richardson), intenzionata a ritrovare se stessa, tra ricette, pietanze, spezie e aromi, dopo la forte delusione dovuta alla relazione extraconiugale del marito.
Una trama semplificata ma dalle traiettorie sicure, che mette comunque sul piatto (è proprio il caso di dirlo…) un tema non così scontato come l’affetto in età matura: al netto di una narrazione abbastanza ‘orizzontale’, piacevole ma senza salutari scossoni, Tuesday Club è infatti un film sull’invecchiamento, sul tempo che passa, su un orizzonte esistenziale femminile che, da limpido e terso, si annuvola improvvisamente minacciando uragani. Al centro del racconto c’è una donna ‘invisibile’, che prova a riacquistare una fisionomia anche grazie a quella solidarietà femminile che è uno dei tratti più convincenti della sceneggiatura, mentre altre caratterizzazioni (come quella della figlia di Karen, single quarantenne insoddisfatta) appaiono meno originali e più stereotipate.
Non è mai troppo tardi per imparare a vivere, sembra dirci il film della Appelin. Che riesce a riaccendere, oltre le manopole del piano cottura per scaldare il cibo contenuto in padelle e tegami, anche il fuoco di una rigenerante passione.
Regia: Annika Appelin
Interpreti: Marie Richardson, Peter Stormare, Sussie Eriksson, Carina M Johansson, Björn Kjellman
Nazionalità: Svezia, 2022
Durata: 102’