I Teatri del Sacro non è solo un Festival, e neppure una semplice vetrina di nuove produzioni. È innanzitutto un’avventura artistica e culturale dedicata alle intersezioni contemporanee, sempre più diffuse, fra il teatro, la tensione spirituale e le inquietudini della ricerca religiosa: un ‘corpo a corpo’ libero e sincero con le domande della fede, acceso dall’azione drammatica.
Uno sguardo inedito e originale, che in questi dieci anni si è imposto nel panorama nazionale per l’interesse e la qualità dei lavori presentati, scelti e co-prodotti attraverso una lunga e articolata selezione a cui, anche per questa edizione, hanno partecipato oltre 250 artisti e compagnie provenienti da tutta Italia.
Le conferme e il successo ottenuti non hanno tuttavia cristallizzato I Teatri del Sacro nella scontata replicazione di un format sempre uguale a se stesso: se vuole davvero essere uno sguardo vivo e contemporaneo sulla questione del sacro, aperto a credenti e non credenti, il Festival non può adagiarsi sul baluardo sicuro di ipotetiche certezze, ma deve assumersi i rischi del cambiamento, per cogliere gli sviluppi e i nuovi interrogativi che la prospettiva religiosa pone al tempo presente.
ASCOLI PICENO
Così è stato nella scorsa edizione del 2017, con lo spostamento della sede da Lucca ad Ascoli Piceno, per andare incontro alla domanda di riscatto culturale e sociale di una città e di una comunità colpite duramente dal terremoto, ma nello stesso tempo custodi tenaci di una bellezza e di un desiderio di innovazione e creatività che hanno saputo trasformare il Festival in un’intensa esperienza comunitaria di rigenerazione sociale, oltre che artistica.
Proprio per questo sarà ancora Ascoli Piceno ad ospitare, dal 19 al 23 giugno, la nuova edizione del Festival, che quest’anno coinciderà con il suo decennale (2009-2019). Una ricorrenza importante, che ha spinto gli ideatori e gli organizzatori a un’ulteriore passo avanti nella configurazione del palinsesto, sempre in linea con l’urgenza di adeguare il profilo artistico dell’iniziativa alle domande più attuali sulla fede.
GLI SPETTACOLI
A guidare le scelte degli spettacoli e a caratterizzare il programma sarà infatti l’orizzonte tematico evocato dalle Opere di Misericordia, sintesi emblematica di un concetto di carità che si fa azione, coniugando la dimensione verticale del rapporto con Dio con quella orizzontale della solidarietà verso il prossimo.
Uno slancio spirituale e materiale la cui importanza, nella società di oggi, è stata recentemente ribadita proprio da Papa Francesco che, nella Misericordiae Vultus, ha visto nei molteplici volti della Misericordia i segni di un impegno verso l’altro che non si accontenta di proclami e belle parole, ma si pone realmente al servizio delle fragilità e delle povertà, lottando contro il paradigma dominante della disuguaglianza, della marginalizzazione e della rabbia verso chi è più indifeso e vulnerabile.
Lungo questa linea di rinnovata attenzione all’agire misericordioso si collocheranno dunque gli 11 spettacoli in scena ad Ascoli: cinque nuovi debutti in prima nazionale, selezionati fra le proposte under 35 che hanno aderito al Bando di Concorso (a cui si aggiunge la performance realizzata dagli allievi del Corso OTS Lab – Operatori di Teatro per il Sociale), e cinque lavori già prodotti, scelti sia per la loro originale interpretazione delle Opere di Misericordia, sia per favorire la loro visibilità all’interno di un circuito nazionale in evidente sofferenza, dove gli artisti e le compagnie fanno sempre più fatica ad essere premiati in termini di distribuzione.
LO SPETTATORE AL CENTRO
Non sono però solo gli spettacoli a caratterizzare l’anima del Festival. Da sempre infatti I Teatri del Sacro hanno voluto mettere al centro dell’esperienza di visione lo spettatore, non solo durante ma anche (e soprattutto) prima e dopo la messa in scena, nella consapevolezza che il teatro sia in prima istanza un processo di condivisione di senso con il pubblico, sui confini fra arte e vita.
Nasce così l’idea di organizzare Voci fuori scena: una serie di incontri fra gli artisti e il pubblico, momenti condivisi di riflessione e di approfondimento dei contenuti e delle suggestioni evocate dagli spettacoli, che si terranno ogni giorno alle 12.00 presso la sede dell’Associazione l’Impronta.
Inoltre, proprio per il particolare intreccio fra tensione spirituale e impegno sociale che caratterizza questa edizione del Festival, si è scelto di dedicare due appuntamenti di Voci fuori scena a due aspetti dell’agire misericordioso che attraversano più spettacoli del Festival e toccano da vicino due questioni scottanti della nostra contemporaneità: l’educazione alla legalità, per una nuova etica sociale e il dialogo con la differenza culturale e religiosa.
E ancora, sempre nella prospettiva di valorizzare lo spettatore come soggetto attivo del processo spettacolare, anche per questa sesta edizione verrà riproposto il laboratorio per il pubblico coordinato dalla Casa dello Spettatore: un vero e proprio itinerario di approfondimento sul significato e sull’attualità delle Opere di Misericordia, a partire dalla visione degli spettacoli.
IL TEATRO PER IL SOCIALE
Ma non solo. La vocazione solidale insita nelle Opere di Misericordia guarderà in questa edizione del decennale anche ad una delle frontiere più innovative e frequentate della teatralità
contemporanea: quella del teatro sociale, che raccoglie l’ampio spettro delle pratiche performative tese a favorire i processi di cura, inclusione e benessere delle persone, delle comunità e dei beni comuni.
Un orizzonte che ha visto il Festival de I Teatri del Sacro direttamente coinvolto, con l’associazione Minimo Teatro, nel progetto OTS Lab: un Corso di alta formazione per Operatori di Teatro per il Sociale, realizzato in collaborazione con il Comune e la Diocesi di Ascoli e con il sostegno della Fondazione Carisap, con l’obiettivo di formare nuove giovani professionalità che potranno nei prossimi anni impiegare le loro competenze e le loro risorse nelle varie aree dell’educazione, della cura e della fragilità sociale, con particolare riferimento ai processi di ricostruzione post-terremoto.
Saranno dunque alcuni dei giovani partecipanti a presentare all’interno del Festival, come esito finale del loro percorso, una performance ispirata alle Opere della Misericordia, come segno della loro presenza sul territorio e della loro disponibilità a pensare nuovi progetti teatrali di rigenerazione sociale.
Presentazione a cura del direttore artistico Fabrizio Fiaschini