Il film ripercorre il dramma realmente accaduto a Murat Kurnaz, 19enne operaio di origini turche residente a Brema, che nel 2001 venne ingiustamente arrestato in Pakistan con l’accusa di essere un terrorista islamico. Il suo caso giudiziario divenne politico sollevando l’opinione pubblica internazionale, e la sua liberazione avvenne nel 2006 grazie al coraggio e determinazione di sua madre Rabiye Kurnaz che, insieme all’avvocato Bernhard Docke, intentò tutti i mezzi possibili per far luce sull’innocenza del figlio e farlo liberare dalla prigione di Guantanamo dove l’amministrazione G.W. Bush lo teneva in detenzione senza processo né prove di colpevolezza.
Un dramma reale tradotto in un dramedy teso, importante, ma non serioso. Anzi, nutrito di ironia, simpatia e del tipico buon senso pratico di una mamma turca casalinga, determinata a qualunque cosa per proteggere la propria famiglia. Andreas Dresen ha raccolto la sfida di questa “mutazione di genere” avvalendosi anche del carisma dell’attrice turco-tedesca incaricata a rivestire il ruolo della protagonista Rabiye Kurnaz, la star televisiva Meltem Kaptan, peraltro premiata all’ultima Berlinale con l’Orso d’argento per la miglior interpretazione. Solido sulla sceneggiatura di Laila Stieler (anch’essa premiata con l’Orso d’argento), il film si allontana dal classico “film denuncia” sulla violazione dei diritti umani per accostarsi al dramma intimo di una donna e madre che comprende sulla propria pelle la complessità di meccanismo perverso a sfondo politico, un vero cul-de-sac, nutrito dell’ipocrisia dei potenti di fronte all’incapacità di trovare i veri colpevoli degli attentati terroristici, e dunque abili nel mostrare al popolo ferito un capro espiatorio qualunque. Nella fattispecie la tragedia di Kurnaz avviene nel fatidico 2001, allungandosi negli anni in cui esplose l’isterica “caccia alle streghe” islamiche presso l’Occidente del mondo. Il punto di vista narrativo è dunque affidato a, ma anche “filtrato” dalla simpatia di Rabiye, che vuole cambiare il mondo ma a modo proprio. Lo scorrere degli anni è cadenzato ritmicamente (e classicamente) dai fatti della vicenda, eventi che Dresen con saggezza prova a non rivelare nella totalità, lasciando sul registro “giallo” della sospensione l’esito risolutivo di questa dolorosa parabola umana e giudiziaria.
Una mamma contro G. W. Bush
regia: Andreas Dresen
cast: Meltem Kaptan
Germania, 2022
Durata: 119′