Il mondo magico e quello degli umani (i “babbani”) non sono mai stati così distanti. E questo non per volere del popolo bensì di chi si è imposto al potere tra i maghi, il perfido e ambizioso Grindelwald. Il suo alterego “buono” e amico di vecchi tempi Silente non può contrastarlo per via di un antico patto di sangue siglato da ragazzi. Ad aiutare le gesta del grande maestro nell’evitare la guerra voluta da Grindelwald è il gruppo capitanato dal magizoologo Newt Scamander con suo fratello Theseus, l’assistente Bunty, la collega Lally, Yussuf Kama e l’outsider “babbano” ma assai impavido, il pasticcere newyorkese ebreo Jakob Kowalski.
Il nuovo capitolo cinematografico ispirato ai volumi della saga Animali Fantastici di J.K Rowling ha il pregio di una benevolente semplificazione rispetto al suo precedente episodio, fornendo al pubblico maggiori chiavi di accesso a una vicenda che, comunque, mira a mescolare universi paralleli (quello umano e quello magico) secondo piani temporali e spaziali complessi. Vero protagonista del film è un giovane Silente, dalle aspirazioni di ascetismo ma con ancora vibrati desideri di umanità: con il volto e il talento seducenti di Jude Law, il maestro dei maghi è all’inizio del suo percorso verso la saggezza suprema che lo contraddistingue nella saga di Harry Potter. Anche il suo alterego è interpretato da un attore che ne restituisce la complessità: si tratta del danese Mads Mikkelsen chiamato a sostituire l’escluso Johnny Depp. I duetti amichevoli, fraterni, e le “pene d’amore” di Jakob e la maga Queenie Goldstein rendono piacevolmente dialettico il film nutrendolo di un sottotono da commedia che si affianca a quello principale decisamente basato sul fantasy/epico. Appare quasi “certificata” la volontà dell’autrice dei volumi, ma anche co-sceneggiatrice J.K Rowling, di avvicinare il più possibile questa sua saga all’altrettanto proprio Harry Potter, due creature letterarie che hanno cambiato l’immaginario collettivo dell’universo cinematografico della magia.