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AQUARIUS (Kleber Mendonça Filho)
Sonia Braga regina di un Brasile in mutamento

Aquarius

Nella Recife contemporanea l’affascinante 65enne Clara vive di musica e fantasmi di un passato denso e vibrante. Rimasta vedova e con tre figli adulti ormai “accasati”, è l’ultima proprietaria d’appartamento all’interno di un vecchio stabile chiamato Aquarius in via di acquisizione da parte di un’agenzia d’intermediazione. Questa ha l’obiettivo di comprare i singoli alloggi a scopo speculativo. Troppo affezionata alla sua casa affacciata sull’oceano, la donna resiste alle iniziali lusinghe dell’agenzia che presto si trasformano in minacce.

Dichiaratamente film sulla memoria, il secondo lungometraggio di finzione del brasiliano Kleber Mendonça Filho è molto più di un omaggio a Sonia Braga, protagonista iconica e assoluta di una pellicola lunga e meditativa. Se l’attrice cult di telenovelas e film latinos resta la colonna portante di ogni scarto narrativo e drammaturgico di Aquarius, è infatti evidente l’utilizzo del suo simulacro altamente simbolico per ragionare sulla Storia di uno dei Paesi più contraddittori del pianeta. Al centro è proprio la Recife di quel Nordeste brasiliano tanto problematico quanto seducente. Qui il processo di riedificazione urbana ha smantellato e sta smantellando un passato pregnante, di cui Clara – ex critico musicale di successo e donna di non sfiorita bellezza – rappresenta un’emblematica metonimia. Il passaggio da un’epoca di sogni e speranze della generazione giovane degli anni ’60 e ’70 a un’epoca disincantata e devota al profitto e di certo incline a mantenere salde le barriere socio-economiche è il cuore del ragionamento. Organizzando forma e contenuti in un’opera prolungata nel tempo (2 ore e mezza), lo sceneggiatore-regista si serve di ogni dettaglio per evidenziare il suo sguardo da osservatore schierato. La centralità di Sonia-Clara, che porta sul proprio corpo le ferite di un cancro (guarito) anch’esso sintomatico delle ferite di una generazione, è la punta di un compasso dal percorso preciso ma dalle geometrie imprevedibili: d’altra parte parliamo di cinema e non di teoremi matematici. Ben accolto da critica e pubblico all’ultimo Festival di Cannes dove concorreva, Aquarius è in grado di rapire e accompagnare lo spettatore che accoglie la sua sfida.

Regia: Kleber Mendonça Filho

Cast: Sonia Braga

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.