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C’è TEMPO (Walter Veltroni)
Inseguendo gli arcobaleni della vita

Stefano (Fresi) è un quarantenne romano precario e sognatore che sopravvive di una bizzarra professione: l’osservazione di arcobaleni. Ma non lo fa (solo) per diletto, bensì come lavoro vero e proprio da ricercatore del CNR. Non riuscendo però a sbarcare il lunario si dedica anche a un altro compito: prendersi cura di un grande specchio in alto a una montagna che permette a un Paese a valle di ricevere raggi di sole riflessi. Per questo con la moglie si è trasferito nel piccolo comune alpino, un’oasi nella natura ma lontano dagli stimoli cittadini. La monotonia quotidiana è interrotta da una notizia: pare che Stefano abbia un giovanissimo fratellastro improvvisamente rimasto orfano di entrambi i genitori. Lui è l’unico parente che resta al piccolo Giovanni (Fuoco) e per questo è chiamato a diventarne il tutore. Inizialmente reticente, Stefano accetta sulla spinta della copiosa eredità lasciata dal padre per il fratellino, ignorando che l’impresa sarà tutt’altro che semplice.

“Quando si smette di essere bambini?”. Giovanni, 11 anni, non riesce proprio a star dentro al suo corpo da bimbo: dotato di intelligenza vivace e cultura superiore, sente la disarmonia della propria pur breve esistenza, e per questo vive ogni piccolo grande problema nella solitudine di una famiglia ricca e potente e dunque troppo impegnata per occuparsi di lui. La sua precocità fa da contraltare all’immaturità del fratellastro Stefano, eterno Peter Pan, sognatore a colori accesi, poeta della natura che “ascolta” fra scienza e immaginazione. Nell’incontro fra i due antitetici protagonisti il primo film di finzione di Walter Veltroni trova il cuore del suo soggetto, ideato dallo stesso regista che poi ha steso in sceneggiatura con Doriana Leondeff. Road / buddy movie di formazione attraverso il tema dell’incontro fra diversi, C’è tempo lavora anche sui temi dell’amicizia e della solitudine esibendo tutti i desiderata espressivi del cinephile Veltroni che non risparmia budget (non dichiarato ma evidentemente alto) e citazioni (ben 50 i film citati! con un cameo di Jean-Pierre Léaud a corollario della cinefilia radical chic..) dalla storia della Settima Arte per celebrare buoni sentimenti e sicuramente alte intenzioni. Lo scambio proficuo fra adulto e bambino – laddove è quest ultimo il motore evolutivo – non è una novità tematica per l’ex sindaco della Capitale, già consolidato documentarista con lavori sul mondo dei più piccoli. A questo, si diceva, si aggiunge un compiaciuto contorno meta-cinematografico ed anche musicale, altra grande passione dell’intellettuale romano. Fra gli aspetti positivi sono da evidenziare la capacità di esaltare il Sogno (guardare gli arcobaleni per lavoro) come valore di una vita migliore e l’alchimia fra i due protagonisti, l’extralarge e sempre bravissimo Fresi e la nuova scoperta del giovanissimo Giovanni Fuoco.

Regia: Walter Veltroni

Cast: Stefano Fresi, Simona Molinari, Giovanni Fuoco, Francesca Zezza

Italia, 2019

Durata: 107′

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.