La poco più che 18enne Jenny e Alvaro sono padre e figlia. Lei è una giovane promessa del nuoto, lui un uomo buono ma ruvido, sempre a bordo del suo tir col quale lavora. Il loro rapporto è danneggiato dalla separazione dei genitori. Dopo una nuotata in mare assieme, Alvaro è colto da un malore che lo costringe a cure e assistenza quotidiane, creando in Sara, che l’aveva sfidato a nuoto, un profondo senso di colpa. Per questo si riavvicina al padre tentando di rigenerare la loro relazione, rinascendo e guarendo insieme.
Al suo nono lungometraggio di finzione, Chiantini rimane nel proprio territorio del dramma famigliare e umanista, imbastendo un racconto focalizzato sul complesso rapporto tra un padre e una figlia. All’interno di una famiglia spezzata, il punto di vista della giovane Jenny (la brava Sara Silvestro) diventa l’unica luce attraverso cui osservare un disfacimento emotivo e sentimentale. Pur “accusando” suo padre Alvaro (Edoardo Pesce) di averla abbandonata da piccola lasciandola con la madre Margherita (Barbara Chichiarelli), verso di lui nutre comunque un attaccamento, certamente dettato dalla sua simpatia e stile di vita. La rottura della felicità, ovvero l’inizio evolutivo di Jenny, è proprio l’evento che mette a rischio la salute di Alvaro. Chiantini utilizza il problema sanitario come pretesto drammaturgico e narrativo di riallacciatura del rapporto fra i due, ma anche fra le persone che li circondano, che a quel punto diventano il cuore del racconto. Condotto con pudore nell’intimità di una ragazza qualunque della contemporaneità, benché superdotata dal punto di vista sportivo, Come gocce d’acqua è un piccolo romanzo di formazione a doppia mandata dai toni delicati, atto ad accompagnare una serie di guarigioni rispetto a ferite tanto diverse quanto dolorose. E’ solo un peccato che lo sceneggiatore e regista non abbia voluto lasciar fluire maggiormente il proprio sguardo, staccandosi da una scrittura fin troppo percepita.
Sceneggiatura e regia: Stefano Chiantini
Cast: Sara Silvestro, Edoardo Pesce, Barbara Chichiarelli
Durata: 96’
Italia, 2024