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DIO SALVI LA REGINA!
Un libro sull'iconologia di Elisabetta II

«Prodigio iconologico di persistenza e soprattutto di resilienza senza precedenti», come viene definita da Philip Larkin nella poesia celebrativa per il Giubileo d’Argento del 1977, la Regina Elisabetta II si appresta com’è noto a celebrare nel 2022, prima tra i sovrani britannici, il Giubileo di Platino, cioè il settantesimo anniversario della sua ascesa al trono d’Inghilterra.

Tra i tanti e importanti motivi di distinzione che riguardano la monarca inglese rispetto agli altri regnanti del presente e del passato, tuttavia, il volume di Anna Maria Pasetti ne mette a fuoco uno: quello del «peculiare rapporto tra la sovrana britannica e la sua rappresentazione visuale». Come nessun altro, infatti, Elisabetta II ha saputo essere «sia la creatrice sia l’interprete della propria iconologia» così come si è costituita negli anni grazie alla diffusione della fotografia e soprattutto dell’audiovisivo e il libro di Pasetti è interamente dedicato ad analizzare il processo di questa costruzione nel tempo.

Il percorso prende le mosse dalla cronistoria fotografica di Elisabetta II e dalle riprese audiovisive delle occasioni ufficiali alle quali la Regina ha preso parte, (l’incoronazione, i discorsi, i funerali, gli Anniversari e i Giubilei), passando per la partecipazione allo special movie per l’inaugurazione delle Olimpiadi di Londra del 2012 (nella quale Elisabetta recita nella parte di sé stessa), sottolineandone l’importante influenza sulla creazione di un immaginario collettivo riguardante la Sovrana inglese. La vicenda del documentario Royal Family del 1969, poi rigettato dalla stessa Regina (che vi riconosceva il pericolo, per la Famiglia Reale, di apparire «troppo normale» agli occhi dei sudditi), conferma pienamente la tesi dell’autrice sulla consapevolezza di Elisabetta rispetto alla costruzione della sua stessa iconologia.

Successivamente Pasetti analizza le opere di finzione cinematografiche e televisive nelle quali il personaggio di Elisabetta compare come protagonista, ma anche in ruoli secondari o brevi camei. Su tutte, naturalmente, The Queen (2006), Una notte con la regina (2015) e la serie televisiva The Crown, ancora in produzione, che segue le vicende della Regina dal 1947, anno del matrimonio, a oggi. A quest’ultima, in particolare, si attribuisce il merito di aver generato un nuovo interesse verso l’icona di Elisabetta II insistendo su tre elementi: «la centralità del concetto di sguardo», «la messa al centro dell’inquadratura di Elisabetta come ruolo ma non come persona» e «l’utilizzo dei codici del melodramma» per affrontare il tema dell’amore come sacrificio delle proprie aspirazioni personali a vantaggio della responsabilità pubblica e del ruolo istituzionale.

Conclude il volume una briosa conversazione tra l’autrice e Stephen Frears, nel corso della quale il regista di The Queen afferma ironicamente di aver seguito un semplice principio nell’avvicinare il personaggio di Elisabetta per il suo film: «la Regina è come nostra madre. Ha le caratteristiche di una figura del passato che però continua ad agire nel presente. E con un certo successo, aggiungerei».

 

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Sull'autore

Sara Garofalo