“Situazione spirituale che implichi il superamento di un’illusione, di una visione deformata della realtà”.
Nell’ultima occasione che ho avuto di trovarmi in un aeroporto, e di dover scegliere al volo un libro perché l’avevo dimenticato, ho realizzato dentro di me il disincanto che a qualcuno/qualcosa spetterà sempre di non essere negli scaffali dalle vendite “oversize”. Non trovai in quel caso un libro davvero di mio interesse. Non ero in libreria: la scelta era solo su volume super venduti o sui nomi sicuri. Sicuri del contenuto o della vendita? E’ sempre stato così. C’è un prodotto che non interessa ai più ma che “fagocita” comunque l’anima di alcuni. La chiama letteralmente all’appello.
Certo non sono le folle che abitano un aeroporto o un multiplex, ma sono uno sciame alla ricerca di intense esperienze che spesso non sono in cima al box office del lunedì. Allora le SdC sono le cenerentole o sono luoghi in cui trovare il libro che ti cambia la vita? Di certo sicuramente uno sguardo sulla vita attraverso il cinema e il teatro.
Il disincanto, così difficile da accettare e sostenere economicamente, apre all’incanto dell’ospitare “emozioni” che muoveranno le persone, le piccole comunità. Saranno diverse uscendo anche se a volte però notano il movimento interiore detonato dall’opera soltanto dopo giorni.
Lasciate a loro facoltà di riflettere attraverso tanti strumenti su quanto hanno visto. Le persone si ritroveranno dentro alla centrifuga dell’arte. Verso Ascoli: ne parleremo anche lì!