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EUFORIA (Valeria Golino)
L'amore fraterno

Matteo è un giovane imprenditore di successo, mentre suo fratello Ettore insegna nelle scuole medie e vive ancora nella piccola città di provincia dove entrambi sono nati. Il primo è spregiudicato, affascinante e dinamico, il secondo cauto, integro, che per non sbagliare ha preferito rimanere nell’ombra. Sono dunque due persone all’apparenza lontanissime, ma costrette a riavvicinarsi dalle circostanze della vita. In tal modo una situazione difficile diventa l’occasione per conoscersi e scoprirsi, in un vortice di fragilità ed euforia.

Presentato a Cannes 2018 nella sezione “Un certain regard”, Euforia è il secondo lungometraggio diretto da Valeria Golino che, a distanza di cinque anni dal bell’esordio (Miele), ne conferma le doti anche di regista. Al di là della semplicità della vicenda infatti, Golino qui dà prova di un’abilità maieutica nell’impostazione degli attori (tutti molto bravi, anche quelli calati in ruoli secondari o minori), di esplorare con identica padronanza un ampio spettro di registri narrativi (da quello brillante a quello drammatico), di saper gestire lo spazio e i tempi della narrazione, ma soprattutto di una sensibilità di sguardo assai rara da rintracciare tra gli autori italiani contemporanei. Uno sguardo compassionevole che traduce una visione umanista, capace di entrare in empatia con ognuno dei personaggi, di amarli (proprio) per le loro debolezze e le loro contraddizioni e il cui pregio più importante sta nell’elevarli al rango di Persone.

Proprio per questo gli aspetti più convincenti di Euforia sono dunque i due protagonisti che, a dispetto dell’unione fraterna, esprimono due traiettorie esistenziali tra loro molto diverse, così come i modi di essere che le esprimono. In quella di Matteo (un Riccardo Scamarcio che qui trova una delle interpretazioni più intense e commoventi della propria carriera) riecheggiano ambienti e situazioni presi in prestito dai romanzi di Walter Siti – che infatti collabora alla sceneggiatura, firmata da Valia Santella e Francesca Marciano, oltre alla stessa Golino -, mentre in quella di Ettore tutta la fragilità di un personaggio costruito sui non-detti e gli atti mancati. Due mondi apparentemente lontani e costretti a (ri)trovarsi e a ridefinirsi, proprio sotto gli occhi dello spettatore, pronto ad accompagnarli con malinconia ed euforia.

 

 

 

Regia Valeria Golino

Con Riccardo Scamarcio (Matteo), Valerio Mastandrea (Ettore), Isabella Ferrari (Michela), Valentina Cervi (Tatiana)

Italia 2018

Durata 115’

 

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).