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EZIO BOSSO. LE COSE CHE RESTANO (Giorgio Verdelli)
Un’apologia del noto musicista

Da una parte c’è la persona: musicista, contrabbassista, direttore d’orchestra, pianista, compositore, Ezio Bosso fu colpito appena quarantenne da una neoplasia cerebrale e da una conseguente malattia autoimmune, scegliendo tuttavia con grande coraggio di continuare l’attività concertistica, diventando molto popolare anche presso il grande pubblico. C’è la forza d’animo, l’allegria, anche lo stupore di essere dove via via si trovava, nelle piazze più importanti della musica, ma anche in televisione, a Sanremo e in molti altri programmi. C’è la passione, c’è la cultura e l’arte, c’è la spontaneità con la quale sapeva farsi amare dagli amici e che sapeva trasmettere attraverso la musica.
Dall’altra c’è il film, che è una sequenza di interviste a chi l’ha conosciuto, dai familiari, fratello, sorella e nipote, a volti noti del cinema e dello spettacolo, come Gabriele Salvatores, Silvio Orlando e molti altri, intervallata da brevi sequenze musicali. Purtroppo, in questa situazione, l’apologia è inevitabile, chiunque rivendica un’amicizia con lui, chiunque ne tesse le lodi, con il rischio di omettere la tragedia e farne un ritratto in cui tutto ha una luce abbagliante che impedisce di vedere le sfumature e le ombre. Il dolore della malattia sembra del tutto omesso, tanto che il suo percorso appare edulcorato, persino facile, mentre è tanto più forte e importante in quanto estremamente complesso e difficile. Anche il suo insegnamento – che si può contrastare l’abisso con le nostre poche forze di uomini piccoli – si impoverisce.
A un certo punto, una delle persone intervistate dice che la sua malattia, che lo colpisce mentre il suo percorso di vita è ancora in crescendo, è forse ancora più difficile da accettare rispetto a una disabilità avuta dalla nascita. La frase porta con sé complessi dubbi morali che tuttavia cadono nel nulla. Si fa un buon servizio a chi combatte con le malattie o a chi si sforza di comprenderle dicendo che con un sorriso si può superare ogni cosa? Non credo. Eppure è quanto emerge in questo film, privo di ogni tentativo di narrazione. Peccato.

 

EZIO BOSSO. LE COSE CHE RESTANO
Regia di Giorgio Verdelli
Documentario
Con Gabriele Salvatores, Valter Malosti, Enzo Decaro, Raffaele Mallozzi, Michele Dall’Ongaro, Fabio Bosso, Ivana Bosso, e altri
Italia, 2021
Durata 104′

 

 

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Sull'autore

Alessandro Cinquegrani