Simone Agnetti recensisce Familia di Francesco Costabile presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia 81.
Fino a dove può arrivare la violenza domestica di un padre verso la moglie e i figli? Che uomini saranno i ragazzi cresciuti in una casa dove si respira odio? Familia, liberamente ispirato al libro autobiografico Non sarà sempre così di Luigi Celeste, narra le vicende di una famiglia alle prese con un uomo violento e possessivo: il film è in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti. Il regista Francesco Costabile, con questo suo secondo lungometraggio, fa entrare l’obiettivo della cinepresa, spesso sfocato e deformato, nelle stanze di una casa in cui la serenità non c’è, ogni parola sbagliata, ogni azione che non sia la sottomissione, può generare una violenza incontrollabile. Barbara Ronchi interpreta la fragile madre, con una intensità notevole, con lei nel cast Francesco Di Leva, Francesco Gheghi, Tecla Insolia, Enrico Borello.
Luigi Celeste ha vent’anni e vive con la madre Licia e il fratello Alessandro. I tre sono uniti da un legame profondo. Sono quasi dieci anni che nessuno di loro vede Franco, il padre che ha reso l’infanzia dei due ragazzi e la giovinezza di Licia un ricordo fatto di paura e violenza. Luigi, alla ricerca di un senso di appartenenza e di identità, si unisce a un gruppo di estrema destra dove respira ancora rabbia e sopraffazione, come se quella subita durante l’infanzia non avesse trovato una via di redenzione. Un giorno il padre torna dal carcere e dall’allontanamento famigliare, scopre dove si è trasferita la famiglia e rivuole i suoi figli. Recita la parte dell’uomo che è cambiato e ha capito di aver sbagliato, tutto sembra essersi aggiustato quando le antiche paranoie riemergono feroci e incontrollabili. La violenza genera violenza, avviando la storia ad un inevitabile, tragico, finale.
La buona regia e la forza del racconto ne fanno un film particolarmente interessante, che si sposta nelle forme diverse del cinema di genere, dall’horror al thriller, al dramma sentimentale. Dice il regista:
Familia è un melodramma nero, che si pone questo obiettivo: raccontare la violenza, soprattutto quella psicologica; mostrarne le ferite profonde che segnano l’infanzia, per sempre.
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