Primo piano Vita associativa

FARE FESTA
Un'occasione per le Sale della Comunità a inizio anno pastorale

Fare festa oggi sempre quasi un azzardo o una sfida impossibile. Cosa c’è, infatti, da festeggiare con questo clima che tutti stiamo vivendo, a partire dal Covid che ancora non demorde, una guerra (o più guerre!) in atto in Ucraina, la crisi energetica che sembra cascarci addosso? Come possiamo, dunque, fare festa in contesto del genere? Se poi guardassimo anche al contesto delle nostre realtà parrocchiali che a fatica stanno cominciando a ricostruire le proprie assemblee, non ci pare un’assurdità l’idea soltanto di fare festa? Eppure noi non possiamo dimenticare che “la festa” è un’espressione importante della dimensione sociale del genere umano. La festa richiama, raduna, coinvolge. Essa racchiude in sé quella carica positiva di cui abbiamo bisogno perché, nonostante i problemi attuali, compresi i “profeti di sventura” (menzionati da S. Giovanni XXIII all’inizio del Concilio Vaticano II), minaccino sempre la nostra serena quotidianità, sa guardare al presente come una sfida da poter vincere insieme. Nasce da quest’idea, credo, il progetto di “Cinema in festa”, che coinvolgerà molte sale cinematografiche dal 18 al 22 settembre in tutta Italia, per cercare di riportare la gente in sala a partire dalla nuova stagione che si preannuncia carica di interessanti novità. Un vero e proprio incentivo a riprendere quella familiarità di ritrovarsi insieme in sala a celebrare quella bellezza della settima arte, che da oltre un secolo non smette di affascinare, interrogare e divertire il proprio pubblico. Un’opportunità, magari, per le nostre stesse “Sale della comunità”, per iniziare insieme l’anno pastorale o oratoriano, offrendo l’occasione di uno spettacolo diverso e accessibile a tutti. Un modo per farsi meglio conoscere, presentare le proprie iniziative, favorire quel clima di festa e accoglienza che da sempre ci caratterizza. Sapendo poi che la festa inizia già nel momento della preparazione stessa. Poiché, come ha detto qualcuno, “chi non sa festeggiare non è solo egoista, è spento dentro”. E noi che ci diciamo “cristiani”, non possiamo permetterci di esserlo. Almeno noi. Luca ci ricorda, del resto nel suo vangelo, a proposito della celeberrima “parabola del figlio prodigo”, che una volta tornato il figlio minore si diede un banchetto, nonostante poi le rimostranze del fratello maggiore, riferendo nel brano queste stesse parole: “E cominciarono a far festa” (Lc 15, 24b). Ritorniamo, perciò, a “fare festa” perché ne abbiamo bisogno, anche se non tutto sembra andare per il verso giusto, perché là dove c’è festa c’è ancora luce, c’è ancora vita.

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Sull'autore

Gianluca Bernardini