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Il giro d’Italia delle filodrammatiche

(questo articolo di ANGELA CALVINI è stato pubblicato nel n.1/16 della rivista SdC – Sale della Comunità)

 

Mentre il teatro italiano ufficiale è in crisi, quello amatoriale gode di ottima salute. Negli ultimi dieci anni si è moltiplicato il numero delle filodrammatiche, e gli incassi sostengono l’intero settore, come confermano i dati Siae, rappresentando circa il 60% del totale del comparto teatrale. E anche la qualità va crescendo, come conferma il successo, ad esempio de, “I Teatri del sacro” promosso da Federgat. Da qui nasce la mia inchiesta sul teatro filodrammatico cattolico italiano #italiainscena, pubblicata in cinque puntate su Avvenire dal 28 dicembre 2015 al 14 gennaio 2016. Un viaggio esaltante, dal Nord al Sud d’Italia che, anche grazie al prezioso aiuto del Presidente Fabrizio Fiaschini e di tutto lo staff di Federgat, mi ha permesso di scoprire comunità vivaci e appassionate per le quali il teatro è condivisione di amicizie e valori.

I “racconta-libri” di Magenta

Il viaggio è partito da Magenta, una tranquilla cittadina nei dintorni di Milano. «Abbiamo appena festeggiato i 25 anni del nostro teatro, un teatro di contenuto» raccontano Alberto Baroni, impiegato, Mauro Colombo, insegnante, e Luigi Galli che lavora in un’azienda meccanica. Sono loro l’anima dell’associazione culturale Ariel del cinemateatroNuovo di Magenta, una bella sala da trecento posti costruita negli anni 80 e collegata all’imponente basilica di San Martino, dove si fa cinema, teatro e corsi per un totale di 250 serate all’anno. Tanti gli spettacoli impegnati e di successo, su Gianna Beretta Molla, Aldo Moro e Vittorio Bachelet. «Poi ci venne l’idea di raccontare un grande classico in un’ora. Non tutti leggono libri, allora li aiutiamo noi». Così nasce “Ti racconto un libro”, anche questo un successo che li ha portati in undici edizioni a raccontare Amleto di Shakespeare, Delitto e castigo di Dostoevskij, Moby Dick di Melville e quest’anno Il pranzo di Babette. Nel 2009 arriva “Ti racconto la Bibbia”, con Abramo e Storia di Ruth con cui partecipano a “I Teatri del sacro” della Federgat, cui sono associati.

I ragazzi da Fiaba dell’Isolotto di Firenze

La strada riprende verso il centro Italia. Sono svegli e impegnati, i ragazzi della parrocchia Beata Maria Vergine Madre di Firenze, quartiere Isolotto, 12mila parrocchiani. Nato come quartiere popolare modello negli anni 50 grazie al sindaco La Pira, visse le vicende politiche del 68 in modo movimentato schierandosi accanto al suo parroco, don Enzo Mazzi. Il sacerdote, innovatore e contestatore, allora concesse un’area della parrocchia alla Fabbrica Italiana Accessori e Borse, che da 29 anni è stata trasformata in una sala teatro polifunzionale della comunità che venne intitolata con il suo acronimo, F.I.A.B.A. Da allora fu fiorente l’attività di teatro amatoriale. Angelo Giamberini, un simpatico 50enne, impiegato della Telecom, tre figlie, 4 anni fa insieme all’amico storico Luca Milani, assessore comunale, papà di tre figli, costituisce la compagnia Fiaba Junior, con ragazzi dai 13 ai 20 anni, 85 attori in erba in tutto. «Il genere su cui abbiamo puntato è il musical – spiegano i due registi – Questo permette di coinvolgere tutti. Ma non importa se uno ha più talento degli altri. Qui si insegna lo spirito di gruppo». Fiaba Junior si affilia a Federgat e si fa notare con Forza venite gente, I miserabili e Mary Poppins. Quest’anno però si osa qualcosa di più con una produzione originale, Don Milani, il musical – Ultimo anch’io scritto da Alessandro Barbieri, nella vita impiegato, musicista per passione, che ha collaborato anche coi Gen Rosso. Il musical debutterà il 9 aprile e ripercorre, con efficace sintesi e col supporto delle sue lettere, la vita di don Milani e il suo impegno per i giovani.

A Caserta si ride in faccia alla camorra

Ridono in faccia alla camorra, invece, i ragazzi di Caserta. Sul palco del Teatro Città di Pace, una moderna sala della comunità da trecento posti presso la chiesa del Santissimo nome di Maria nel quartiere Puccianiello di Caserta, due boss ridicoli fanno irruzione nella casa del becchino Pio Boncristiano portando scompiglio nella sua già agitata famiglia alla ricerca della chiave della Porta Santa che è stata rubata. Sono gli attori giovani della compagnia “Gli Amici di Gaetano” (in scena sono in 18, fra adulti e ragazzi, la compagnia conta 34 persone) che fa base in questo teatro, dato che nella loro parrocchia, San Bartolomeo Apostolo, a Casarano (Caserta) una sala della comunità non c’è. E in questa commedia scritta nel 2003 dall’autore partenopeo Danny Arrichiello, Dio c’è ma non si vede, si ride, e parecchio, grazie all’espressività di questi ragazzi e del dialetto napoletano, ma si riflette anche sui valori. «Eduardo è il nostro mito», dicono in coro i ragazzi, tutti studenti. Altro scopo principale, come spiega uno dei registi della compagnia, Sergio Lieto, è fare beneficenza Alla fine dello spettacolo, fra gli applausi, tutti si stringono con affetto attorno al regista Domenico Ferrara, presidente de “Gli Amici di Gaetano” che fondò la compagnia nel 2012 insieme a Luca Fasano e Antonio Bucchero dedicandola ad un amico scomparso.

Nella vita Domenico lavora per l’Esercito come centralinista civile presso l’8° Reggimento Bersaglieri sede della Brigata Garibaldi, ha due figlie, insieme alla moglie Mariateresa è ministro dell’eucaristia e si prepara al diaconato. «Il valore principale di questa esperienza è formativo – spiega–. Vogliamo sfatare i luoghi comuni che etichettano Caserta solo con la camorra. La maggioranza qui non è così». Ma occorre fare rete, aggiunge Domenico che ha proposto alla Federgat una nuova rassegna. Così dal 16 gennaio sino a maggio è in scena al Teatro Città di Pace l’iniziativa “Tutti sul palco”, dieci spettacoli di altrettanti compagnie amatoriali di Campania e Puglia: il ricavato andrà in beneficenza a “Casa Rut” e “La tenda di Abramo”.

In Puglia il palcoscenico è “social”

Parteciperanno alla rassegna casertana anche Francesco Sguera e sua moglie Carmen, che curano il laboratorio teatrale Social Theatre della sala sant’Antonio di Barletta. Li incontriamo durante le prove di uno spettacolo ispirato a La vita è sogno di Calderón de la Barca che va in scena il 31 gennaio. I due sono specializzati nel teatro per l’infanzia col progetto “Room to play” e organizzano anche il festival di teatro ragazzi sempre nella sala sant’Antonio. Nel 2010 l’incontro con Riccardo Losappio, diacono e responsabile culturale della Diocesi di Barletta. «Dopo 40 anni di abbandono, la chiesa di Sant’Antonio è stata restaurata e una decina di anni fa l’abbiamo trasformata in sala della comunità da 200 posti – ci spiega Riccardo –. L’idea è stata quella di trasformarla in un luogo dove si facesse cultura come espressione del Vangelo di Cristo». Così, all’interno della rassegna “Esseri umani”, promossa da Acec e Cei, Carmen e Francesco hanno debuttato il 12 dicembre scorso con Lo sagrado cunto, un racconto-ballata che intreccia le vicende sacre e le vite di uomini di tutti giorni, «compreso il dramma di tante ragazze straniere costrette a prostituirsi sulla strada che porta al santuario della Madonna dello Sterpeto» spiega Carmen. Inoltre i due tengono da quattro anni il laboratorio “Social Theater”: un gruppo affiatato di 27 persone si ritrova ogni giovedì alla sala della comunità per fare teatro insieme. Quest’anno il tema è quello del sogno. In questa storica cittadina della Puglia la crisi si è fatta sentire. Alcune signore sono disoccupate, lo confessano quasi sottovoce, ma quando salgono sul palco diventano dame di corte e principesse. Perché, sul palco, la vita può diventare un sogno.

 

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Sull'autore

Tiziana Vox

Operatrice culturale, dal 2009 collabora con l’Acec, seguendone il sito internet, l’attività editoriale e i progetti. Dallo stesso anno è responsabile della segreteria organizzativa Federgat, per cui cura anche la realizzazione del progetto I Teatri del Sacro.