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GLORIA! (Margherita Vicario)
Emanciparsi a suon di musica

Tra gli sfarzi veneziani di fine ‘700, le ragazze potevano studiare musica solo se nobili od orfane. Un gruppo di queste ultime, capitanate dalla vivace Lucia, risiede presso l’Istituto Sant’Ignazio dove compone, suona e canta sotto la severa guida del Maestro di Cappella Perlina che tuttavia ne inibisce talento e creatività. Tra loro s’insinua la sguattera Teresa dotata di un eccellente orecchio musicale e una libera percezione della musica.

Opera prima musicalmente “colta” essendo la regista Margherita Vicario una nota compositrice e musicologa, Gloria! rappresenta il tentativo di applicare il tema dell’emancipazione femminile a un universo particolare e poco esplorato da questo punto di vista, quello appunto della Venezia barocca post rivoluzionaria ma che i richiami degli eventi francesi ha raccolto solo in parte – o a propria convenienza – preferendovi la pigrizia di un ancien régime decadente nutrito da cinismo, corruzione e frivolezza. In tale contesto di indubbia seduzione, il lavoro di esplorazione dell’ambiente storico e umano parte da un incipit di regia/montaggio subito “intonato” alle intenzioni ben manifeste dell’autrice: costruire una “partitura cinematografica” che, seppur filologicamente storicizzata, ambisce all’immaginazione fantasiosa, allo sguardo “oltre” le barriere spazio/temporali che lo incorniciano. L’ignorante ma talentuosa Teresa (l’espressiva e semi-silente attrice francese Galatea Bellugi) è il punto di vista dell’intera vicenda e simboleggia, ovviamente, la rottura dal basso del Régime. Ella la musica la “sente dentro” come una sorta di jazzista freestyle ante litteram, e con la propria capacità immaginifica riesce a trascinare le orfane – inizialmente riottose – verso frontiere musicali allora inesistenti. Vicario non nasconde ispirazioni che appaiono chiare fin da subito, a partire dalla prima “ritmica” scena mutuata da Love Me Tonight di Mamoulian (1932) per continuare sulle tracce della Sofia Coppola di Marie-Antoniette (ma anche di tutto il suo approccio alla complicità femminile), per concludersi su un finale alla Sister Act di Ardolino. Il film corale mescola dunque i generi – il romanzo di emancipazione, la commedia, il musical, il racconto fiabesco – edificandosi sulla capacità di Vicario di (man)tenere il passo tra intimità e socialità, esibite registicamente nella cura dei dettagli alternata all’apertura sugli esterni. La macchina a mano, impertinente quanto basta, è lo strumento di questa esordiente per ottimizzare il proprio sguardo, di certo ancora acerbo e “programmatico” ma nutrito di alte intenzioni nella direzione di una personalità forte e originale.

Gloria!

regia: Margherita Vicario

cast: Galatea Bellugi, Carlotta Gamba, Paolo Rossi

durata: 105′

Italia, Svizzera 2024

 

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.