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IL GIORNO DELL’INCONTRO (Jack Huston)
Il pugno dell'espiazione

Un racconto da loser, benché ex campione mondiale di pugilato, che si ammanta di dolente umanesimo e cromatismi bicolore dagli echi autoriali. Così, in estrema sintesi, appare Il giorno dell’incontro, altrimenti titolato come Day of the Fight quando partecipò nel 2023 alla Mostra veneziana in Orizzonti extra. Buon esordio di Jack Huston, il cui cognome non fa sfigurare tanto il nonno John quanto la zia Angelica, mette al centro un’intera giornata di Michael, detto Irish Mickey, boxeur attraversato dal dolore causato ad altri e a se stesso, che confluisce in un match – forse il suo ultimo – e certamente da intendersi come incontro più importante della sua esistenza. L’uomo, interpretato da un ritrovato e assai convincente Michael Pitt, la trascorre salutando e ringraziando in litania chi l’ha amato o aiutato nella vita, consapevole che quella in corso già risponde a una seconda chance. Huston jr dunque ambisce a uno sguardo autoriale attraverso un approccio sartoriale, sia nella cura degli interpreti – essendo egli stesso anche attore – includendovi camei di rango a firma Joe Pesci e Steve Buscemi -, sia nell’attenzione posta sull’osservazione e restituzione di uno spazio/tempo newyorkese da anni ’80 che, per quanto invochi immaginari di opere pugilistiche assai note come Rocky e Toro Scatenato, ambisce a una propria originalità dal sapore esistenzialistico-nostalgico avvalorata dall’uso di flashback frammentari altamente evocativi e immaginifici . E lui, Mickey, più che a uno dei citati boxeur, assomiglia più a un tormentato dropout alla Kazan, votato alla croce ma senza abdicare a una preventiva umanissima redenzione.

IL GIORNO DELL’INCONTRO

Sceneggiatura e regia: Jack Huston

Cast: Michael Pitt,  Ron Perlman, Nicolette Robinson, Steve Buscemi, Joe Pesci

Durata: 105′

USA 2023

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.