A metà strada tra un sequel e un remake del celebre film del 1995 con l’indimenticabile Robin Williams, Jumanji – Benvenuti nella giungla (Stati Uniti, 2017) è una commedia avventurosa, fantastica e ricca di humor. Chi ha visto il film precedente, sa bene che Jumanji è il nome di un gioco in scatola capace di materializzare i suoi spaventosi personaggi e imprevisti con conseguenze spesso drammatiche e disastrose non solo per i suoi giocatori. Il gioco pare indistruttibile e così, nonostante le precauzioni dei giocatori sopravvissuti che al termine delle partite tentano in ogni modo di occultarlo, Jumangji continua a ricomparire generazione dopo generazione. Nell’ultima versione aggiornata il gioco si presenta in formato digitale e, invece di generare mostri nella vita reale, è in grado di risucchiare i giocatori all’interno di una pericolosissima vita virtuale.
È questo forse il primo interessante cambiamento di prospettiva presentato dal film, che evidentemente tiene conto dei mutamenti operati dall’informatica sulla nostra vita negli ultimi vent’anni, aggiornando così anche il corollario dei miti e delle paure sociali. Il secondo aspetto che dà valore al film è l’idea dell’importanza della cooperazione. Dopo essere piombati dentro al mondo fantastico e pericoloso di Jomamji, i quattro giovani protagonisti capiscono infatti ben presto che ne potranno uscire solo mettendo insieme idee, forze e capacità di ciascuno. E questo vale sempre anche nel grande gioco della vita.