Quando ero bambino sul muro di cinta del parco del mio paese era ben visibile un grande murales con scritto “Uruguay una piccola nazione, una grande prigione”. Il 2018 è un anno in cui alla Mostra del Cinema le storie di dittature, colpi di stato e crisi politica sono frequenti e non lasciano indifferente lo spettatore del festival. Proprio l’ex presidente dell’Uruguay José Mujica è uno dei protagonisti di Venezia 75. Due film lo raccontano, La noche de 12 años di Álvaro Brechner e El Pepe. Una vida suprema di Emir Kusturica. Oggi quel grande murales di protesta e sensibilizzazione non c’è più, a ricordare i fatti della dittatura uruguaiana restano i film, il cinema come strumento d’insegnamento alle nuove generazioni e memoria per le vecchie.
Che cosa resta di un uomo a cui è stato strappato tutto? Messo nella condizione di non poter comunicare, isolato nel tempo, senza stimoli, senza nulla a cui aggrapparsi? Nel profondo qualcosa non può essergli portato via: l’immaginazione. Nel 1973 l’Uruguay è governato dai militari. Tre prigionieri del movimento di liberazione nazionale “tupamaro” vengono presi dalle loro celle e spostati con violenza nell’ambito di un’operazione militare segreta. L’ordine impartito dai vertici è preciso: “dato che non li possiamo uccidere, facciamoli diventare pazzi”. I tre uomini resteranno in isolamento per dodici anni in condizioni igieniche e sanitarie disumane, subendo ogni sorta di privazione, senza poter vedere la luce o parlare. Tra loro c’è anche “Pepe” Mujica che diventerà presidente dell’Uruguay.
Antonio de la Torre, Chino Darín, Alfonso Tort sono gli attori che, guidati dal regista Álvaro Brechner, danno volto e profondità umana a questa storia di resistenza. Il lavoro svolto sul loro corpo è a tratti impressionate, il regista è stato capace di mettere in evidenza quanto il tentativo di annullamento delle loro menti si rifletta nel dimagrimento e nelle piaghe corporali date dal carcere militare. Nonostante questo il film non concede mai troppo all’orrore visvo, porta lo spettatore a vivere con compassione e attenzione l’esperienza carceraria di quest tre uomini politici, narra i torti e le ragioni, i pentimenti e i punti di forza, mette a nudo l’assurdità dell’azione umana inserita e annullata dalle gerarchia militare. Con leggerezza Brechner ci porta anche a sorridere di alcune situazioni in cui l’umanità torna a sollevare la pena dei protagonisti. La noche de 12 años racconta come la giustizia può superare l’ingiustizia e che la forza d’animo può sorreggere anche la peggiore delle condanne. Qualcosa negli animi del pubblico si è smosso, tanto che, alla fine della proiezione, oltre agli abituali applausi alcuni hanno intonato “el pueblo unido jamás sará vencido”.
UNA NOTTE DI 12 ANNI
Titolo originale: LA NOCHE DE 12 AÑOS
Regia Álvaro Brechner
Interpreti Antonio de la Torre, Chino Darín, Alfonso Tort
Spagna, Argentina, Uruguay, Francia
123’