Bisogna dire bravi al regista Emanuele Scaringi e al fumettista Zero Calcare (al secolo Michele Rech), per l’opera prima La profezia dell’armadillo. Non sempre la trasposizione da fumetto a film risulta come dovrebbe nella produzione nazionale (non siamo l’industria del cinema USA). Il passaggio da un libro a fumetti di buon contenuto all’audiovisivo può aprire scenari imprevedibili, ma in questo caso tutto fila liscio, bella la storia, ben rappresentata la parte metaforica dell’armadillo. Una regia equilibrata che concede quanto basta al linguaggio dei video su internet, poggiandosi saldamente su una forma cinematografica piena e compiuta. Bravi gli interpreti Simone Liberati, Valerio Aprea, Pietro Castellitto e Laura Morante. Interessante la rappresentazione di una Roma “antisorrentiniana”: non l’estetica dei palazzi del Centro, del bianco travertino e della Grande Bellezza, ma il domestico sguardo sulla periferia, sulle sue forme anonime di architettura internazionale, sui suoi cementi rattoppati e dipinti con colori sbiaditi.
Zero vive nel quartiere di Rebibbia, vicino al museo, mai aperto, di un mammuth, dove i giovani vestono tute acetate e il centro sociale è il centro del mondo e della formazione del pensiero. Zero è un disegnatore, senza un posto fisso, si arrabatta tra ripetizioni e vari lavoretti. A casa, ogni giorno, lo aspetta la sua coscienza critica: un grosso armadillo che, con conversazioni al limite del paradossale, lo aggiorna su che cosa accade nel mondo. Compagno di vita è l’amico Secco, giovane di periferia, spalla (anche comica) di ogni momento importante della vita di Zero. Il “socio” con cui dare forma a ideali ormai di maniera, di una sinistra solo di forma, come il rifiuto aprioristico di andare a fare le serate in Centro.
La morte di Camille, loro compagna di scuola e amore adolescenziale, costringe Zero a fare i conti con la vita e ad affrontare i dubbi e la mancanza di certezze della sua generazione, quella della crisi economica e delle poche prospettive. La generazione di Zero è cresciuta quando ancora i trentenni erano visti come adulti, come motore economico e sociale, con un preciso posto nel mondo. Oggi il trentenne si trova sospeso in un limbo, in bilico fra un lavoretto e l’altro, vivendo per necessità con i genitori.
Un fatto storico cuce e tiene salde antiche relazioni, i pestaggi al G8 di Genova. Segno di cesura di una generazione cresciuta con “I Goonies”, “Stand by me” e i “Gremlins” visti alla tv. Film che hanno creato l’immaginario che qualcos’altro di avventuroso ci sia fuori dalle proprie vite comuni, qualcosa che appare strano e mostruoso, ma al contempo indispensabile, come una grossa coscienza a forma di armadillo con cui dialogare e con cui confrontarsi.
LA PROFEZIA DELL’ARMADILLO
Regia: Emanuele Scaringi
Interpreti: Simone Liberati, Valerio Aprea, Pietro Castellitto, Laura Morante
Italia
99’