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LA VITA POSSIBILE (Ivano De Matteo)

In fuga da un marito violento, Anna e il figlio Valerio lasciano Roma e sono accolti a Torino in casa di Carla, attrice di teatro e amica di Anna di vecchia data. I due cercano di adattarsi alla nuova vita tra tante difficoltà e incomprensioni, ma l’aiuto di Carla, disordinata e vivace, e quello inaspettato di Mathieu, un ristoratore francese ex calciatore di successo che vive nel quartiere, faranno trovare loro la forza per ricominciare…

Un film “sulla violenza di un uomo, sull’amicizia tra due donne, sull’amore di un ragazzo”. Le parole di Ivano De Matteo riassumono con precisione la progressione narrativa de La vita possibile, che si apre con una sequenza di aggressione domestica nei confronti di una madre (interpretata da Margherita Buy), sotto gli occhi del figlio, ma che poi racconta del legame solidale tra la stessa donna e un’amica torinese (Valeria Golino) concentrandosi infine, facendone il vero fulcro della pellicola, sull’affettività lacerata dell’inquieto tredicenne.

E’ questa difformità di registri e di attenzioni che fa de La vita possibile un film scomposto, che intende denunciare la violenza sulle donne tra le mura di casa affrontando il “dopo” di un simile, traumatico evento, senza imporre allo spettatore livori, rancori o strascichi di carte bollate. Un percorso di recupero esistenziale non privo di momenti riusciti, ma che riversa ferite e dolori nel frastagliato orizzonte relazionale di un adolescente abbandonandolo a se stesso al pari di tanti altri suoi coetanei mostrati di recente al cinema, mettendo via via “fuori fuoco” lo scottante tema di partenza.

La sceneggiatura di De Matteo e Valentina Ferlan, ricercando atmosfere emotive sospese, si concede pause forse eccessive. E se le quattro solitudini accostate le une alle altre (la madre, il figlio, l’amica e il ristoratore) si aprono alla speranza nel finale del film, l’intera vicenda sembra però assottigliare e disperdere la compattezza dei film precedenti del regista romano, La bella gente, Gli equilibristi, I nostri ragazzi. Certo ben più “autodistruttivi”, ma più rigorosi ed efficaci.

Regia: Ivano De Matteo

Interpreti: Margherita Buy, Valeria Golino, Bruno Todeschini, Andrea Pittorino

Nazionalità: Italia

Durata: 100′

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.