Lala ha 17 anni, un bimbo di sei mesi che sta crescendo da sola in una casa occupata, e soprattutto è una ragazza rom, nata e cresciuta in Italia ma ancora senza documenti perché figlia di genitori provenienti dall’ex Jugoslavia. I servizi sociali vogliono portarle via il bimbo, di nome Toto, ma la giovane si oppone con tutte le sue forze, tentando in ogni modo di risolvere il suo problema di irregolarità. Attorno a lei si muove un mondo sempre in bilico tra la legalità e l’illegalità, suo malgrado vittima di uno dei tanti e ingiusti paradossi vigenti nel nostro Paese.
Opera di sostanza ibrida per forma e contenuti, Lala rappresenta un ulteriore tassello di continuità nella poetica di Ludovica Fales, costituita da un cinema profondamente politico nel senso più completo del termine. Ovvero, dove vi è la concezione del gesto artistico come gesto politico, cui si unisce una riflessione sociale, sociologica e soprattutto antropologica essendo quest’ultima una delle discipline maggiormente approfondite negli studi della regista e docente romana ma cosmopolita di formazione. Lala è un film-esperienza girato “sul campo” e lungo diversi anni (anche per motivi produttivi) che intreccia finzione e realtà per far emergere non solo l’intima prossimità fra le due, ma anche per costituirsi quale maieutica laboratoriale per i giovani (non) attori coinvolti. Osservata nel prisma di specchi che giocano tra oggettività e soggettività, la ragazza protagonista diventa il centro propulsore e promotore di un’identità frammentata, sospesa – e negata – che la narrazione cinematografica si incarica di denunciare nel tentativo di trovarvi una soluzione. Lala è dunque un viaggio (in)formativo alla scoperta di un universo umano poliedrico denso di criticità ma anche carico di quell’energia vitale che solo i giovani possono restituire. Ecco che dunque realtà (le persone reali che hanno ispirato la narrazione) e finzione (la drammaturgia creata per il film) si sposano dentro al principio di Verità, l’aspirazione imprescindibile del cinema come arte e, appunto, gesto politico. In tale contesto enunciativo – che si fa manifesto di una generazione e di uno sguardo meta-linguistico a più livelli – la voce della regista entra anche fisicamente in campo, per non sottrarsi a sostenere la Visione-di-mondo in cui non ha mai smesso di credere.
LALA
Sceneggiatura e regia: Ludovica Fales
Cast: Samanta Paunković, Zaga Jovanović, Ivana Nikolić, RašidNikolić, Fiorello Miguel Lebbiati
Durata: 85′
Italia 2023