Venezia 74 Schede Cinema Filmcronache

MANHUNT (John Woo)

Manhunt

Da John Woo si sa esattamente cosa aspettarsi. Un fumettone ricco di sparatorie pittoresche, botte, eroi senza macchia e senza paura, spesso condito da un facile sentimentalismo, da un’ironia compiaciuta e da un citazionismo per cultori. Zhiubu (Manhunt), remake di un vecchio film giapponese di Ken Takakura, a sua volta tratto da un romanzo di Yuko Nishimura, vuole essere esattamente il film che ci si aspetta. Centrato su una grande azienda farmaceutica giapponese che sperimenta illegalmente un potente farmaco in grado di inibire paura e dolore, facendo diventare gli uomini macchine da guerra, racconta la storia di uno sfortunato avvocato accusato ingiustamente di omicidio, che cerca il riscatto contro le forze del male e, almeno inizialmente, contro la polizia. Tra i suoi nemici anche due donne killer, drogate dal farmaco incriminate, che paiono disposte a tutto e prive di sentimenti (almeno fino a un certo punto).

Rispetto ad altre prove del regista, però, il film risulta meno creativo e meno ironico, meno giocato su emozioni posticce ma divertenti, meno ispirato e piuttosto avvolto in un citazionismo vuoto. La sola idea visiva è un abito da sposa macchiato di sangue e gelosamente conservato su un manichino che ha un ruolo nello svolgersi nella trama, ma per il resto il film deluderà anche gli appassionati di un genere che pure, dopo più di vent’anni di successo, ha spettatori più esigenti. Il regista dice di essersi ispirato a Hitchcock per la suspense che dovrebbe attraversare l’intero film, ma una volta di più non si capisce bene se stia scherzando o ci creda davvero.

 

 

MANHUNT
film di John Woo
titolo originale ZHUIBU
con Zhang Hanyu, Fukuyama Masaharu, Qi Wei, Ha Jiwon
Cina, Hong Kong , 2017
durata 106 min.

Scrivi un commento...

Sull'autore

Alessandro Cinquegrani