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MY GENERATION (David Batty)

MY GENERATION

Maurice Joseph Michlewhite, poi Michael White, è notissimo oggi come Michael Caine, uno degli attori di più grande e duraturo successo, che pare ancora lontano dal tramontare nonostante gli 84 anni. È l’ennesimo splendido ottantenne comparso in questa edizione della Mostra del Cinema. In questa pellicola racconta My Generation, ovvero la sua generazione, quella che rivoluzionò il mondo partendo dalla Londra degli anni Sessanta. Accanto a lui, Beatles e Rolling Stones, modelle, attrici e fotografi che con la loro carica distruttiva ridefinirono la società dell’epoca, rompendo le divisioni sociali, e portando alla ribalta persone provenienti da ciò che era considerato con disprezzo il basso ceto. Lo stesso Caine viene da una famiglia di origini umili.

Si assiste a uno spaccato di un’epoca fondamentale per tutti, con un grande rinnovamento della musica e dei costumi, del cinema e della morale comune, che però obbliga a una riflessione. Sarebbe possibile oggi per i giovani o anche per le persone di mezza età parlare della mia generazione? È paragonabile quello che successe allora, anche il conflitto con la generazione precedente, anche il rischio di osare, con quello che succede oggi? Il film è certamente una riproposizione di un’epoca d’ora, ma è anche oggettivo: nel terzo dei tre atti in cui è suddivisa la narrazione, infatti, si racconta il tramonto di quel tempo e le conseguenze peggiori che ha portato con sé, ovvero la droga, che ha ucciso o rovinato alcuni dei protagonisti di quella stagione della nostra storia. Un documentario bel fatto, insomma, da vedere.

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Sull'autore

Alessandro Cinquegrani